Mezzogiorno di foto

Per fare belle foto, ci vuole una buona luce. Chiunque abbia scattato almeno una foto nella sua vita se ne può rendere facilmente conto. Il problema è cosa intendiamo per “buona luce”: intuitivamente, potremmo pensare tanta luce intensa, come quella di una bella giornata di pieno Sole. In realtà, non è così: scattare un ritratto sulla spiaggia, nel mese di Luglio a mezzogiorno, può essere molto complicato! Vediamo perché.

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Ombre sul viso e sguardo arricciato non sono l’ideale per un ritratto

Tanto per cominciare, il Sole forte dà fastidio al soggetto, lo porta a chiudere gli occhi e arricciare il naso, il che non è esattamente molto fotogenico. Si può ovviare in diversi modi, il più semplice dei quali è fargli indossare un paio di occhiali da Sole, a patto che non stonino con il risultato che si vuole ottenere. Sempre a patto che il risultato finale ci piaccia, si può chiedere al soggetto di rivolgere lo sguardo in alto, magari chiudendo gli occhi, come se si stesse godendo del calore del Sole: un simile artificio è accettabile per trasmettere proprio quella sensazione di benessere dovuto al caldo (un movimento antigravitario indica uno stato di euforia, così come scoprire il collo crea empatia verso il soggetto), ma ovviamente ha un costo: la perdita dello sguardo del soggetto. Altrimenti, occorre creare un po’ d’ombra, che sia solo sul viso, o su tutto il soggetto o sull’intera scena.

Già, l’ombra. Quando la sorgente luminosa è a picco sul soggetto, come nel caso in esame, le arcate sopraccigliari, il naso e il mento creano delle ombre che a occhio nudo sono poco visibili, perché il nostro cervello le compensa, ma in foto sono decisamente fastidiose.

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Alzare lo sguardo in direzione del Sole e chiudere gli occhi o indossare occhiali da Sole per evitare che il soggetto strizzi gli occhi e abbia fastidiose ombre sul viso

Un bel cappello può risolvere il problema, sempre a patto che sia in linea col risultato voluto. Occorre poi considerare un altro possibile problema: mettere il viso in ombra, lo sottoespone, rispetto allo sfondo, che nell’immagine finale sarà quindi bruciato. Se lo sfondo non ci interessa o se stringiamo molto l’inquadratura sul viso, poco male, altrimenti, dobbiamo studiare un’altra soluzione, come un ritratto high key.

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Mettere il soggetto in ombra, risolve il problema, ma lo sfondo andrà irrimediabilmente perso (clipping).

L’altra soluzione è cercare un posto all’ombra: se lo sfondo non lo è, il risultato è più o meno quello che si ha con un cappello, eccetto il fatto che tutto il soggetto e non solo il viso sarà alla giusta esposizione, altrimenti, anche la scena avrà la stessa illuminazione.

Ciò che bisogna tenere bene a mente è che la luce nelle scene in ombra è una luce riflessa, quindi assumerà il colore della superficie che la riflette. Un pavimento in cemento riflette una luce abbastanza neutra, ma, per esempio, nel sottobosco avrete delle dominanti verdi: tenetele in considerazione, bilanciando correttamente il bianco (ed eventualmente correggetele in post-produzione).

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Le chiome degli alberi schermano e diffondono la luce, ma le conferiscono una dominante verde cui prestare attenzione

Alcuni fotografi consigliano di scattare foto sotto colonnati o, meglio ancora, negli androni dei palazzi, con il soggetto rivolto verso l’esterno: in questo modo la luce che viene da fuori è riflessa dalle superfici tutto intorno a distanza ravvicinata, creando riflessione e diffusione.

Ovviamente questi sono tutti accorgimenti semplici, basati su una caratteristica indispensabile per un fotografo di strada, la capacità di adattamento, ma nessuno vi vieta di usare qualche piccolo espediente ad hoc, come un pannello riflettente (bianco per una luce morbida, argento per una luce più brillante, dorato per delle tonalità ambrate o neri per assorbire luce, accentuare le ombre e dare tridimensionalità al viso), un diffusore che ammorbidisca le luci e mitighi il contrasto o una luce di riempimento che bilanci le ombre create dal Sole.

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Bastano un comune flash a slitta su cavalletto e un ombrello bianco diffusore per ottenere una morbida luce di riempimento.

Ovviamente pannelli e diffusori si possono anche rimediare in modo alternativo e più economico. Un foglio di cartone ricoperto di carta bianca o argentata, per esempio, non rappresenta il massimo della qualità, ma può servire come pannello riflettente. E, per quanto riguarda i diffusori, occhio alle nuvole: se, come dicevo all’inizio, scattare con un bel cielo sereno può essere un problema, le nuvole spesso aiutano a risolverlo. Cercate solo di ricordare che, per quanto sia il cielo coperto e la luce diffusa, essa ha comunque una direzione ed è buona norma orientare il soggetto tenendone conto. Così come dovrete tenere conto della possibilità che il cielo si apra all’improvviso: un tempo variabile potrà crearvi più grattacapi di un pieno Sole, costringendovi ad aggiustare l’esposizione di continuo.

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Il Lucca Comics si svolge in autunno inoltrato e il cielo è spesso coperto, facilitando il compito a chi vuole fotografare i cosplayer che girano per la città

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