Vediamo come applicare le tecniche e i principi della esposizione alla fotografia sportiva.
Sensibilità, tempi e diaframmi
La sensibilità nella fotografia sportiva si utilizza come in qualsiasi altro genere fotografico: più bassa è, meglio è! Il concetto è sempre lo stesso: un’alta sensibilità aumenta la grana che, se può essere apprezzabile nella fotografia a pellicola, è decisamente fastidiosa in quella digitale e comunque non molto adatta alla cronaca (la grana, anche quella della pellicola, dà un effetto antico alle immagini).

Le moderne fotocamere possono rendere bene anche a 800 ISO. Nel caso di quelle più costose, anche a 3200 ISO gli scatti dovrebbero essere ben più che accettabili.
In ogni caso, valutate se sia il caso di esporre la foto a sinistra e poi correggere l’illuminazione in post-produzione, perché questo processo comunque introduce rumore e conviene alzare la sensibilità, se in caso contrario saremo costretti ad aumentare di due stop o più l’illuminazione in fase di sviluppo dei file.

Ovviamente per aumentare la luminosità delle immagini potete scegliere di aprire il diaframma, riducendo, però, la profondità di campo, quindi con tutti i rischi che abbiamo visto nel capitolo sull’autofocus. Nella pratica comune, per evitare tali inconvenienti e per sfruttare al meglio le caratteristiche degli obiettivi, solitamente più efficienti a valori di apertura medi, spesso i fotografi sportivi tengono il diaframma non molto aperto e, se devono togliere dalla scena eventuali elementi di disturbo, invece di sfumarli, preferiscono non inquadrarli scegliendo inquadrature meno ortodosse.

Quindi restano i tempi. Oggi tutti i sistemi fotografici, nell’obiettivo o nel corpo macchina, offrono sistemi di stabilizzazione che rendono possibile scattare con tempi più lunghi, anche che rallentando lo scatto. Questo, però, aiuta nel caso in cui il fotografo non sia del tutto fermo: quando a muoversi sono i soggetti, dobbiamo tenere conto della loro direzione, della loro distanza e della loro velocità, nonché dell’effetto desiderato, per scegliere i tempi di esposizione corretti. La seguente tabella mostra i tempi più indicati per un obiettivo 70-200mm:

In sintesi, cercate di fare il meglio possibile con la luce che avete a disposizione.
Gamma dinamica
Molti sport sono praticati all’aperto, quindi nello scattare le nostre fotografie, saremo soggetti ai capricci della luce naturale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, meglio una giornata nuvolosa, con luce uniforme e soffusa a una giornata di pieno Sole. Anzi, una luce troppo dura, diretta, crea dei contrasti troppo elevati, che riescono di andare oltre la gamma dinamica della nostra attrezzatura. Pensate al semplice caso degli sport negli stadi: immaginate di guardare una partita in televisione e, a causa della luce del Sole basso sull’orizzonte, una parte del campo da gioco è in ombra e l’altra perfettamente illuminata. In contesti del genere, sarà impossibile ottenere un’esposizione corretta su tutta la scena. Dovrete quindi scegliere cosa inquadrare, cosa esporre correttamente ed escludere il resto dalle vostre immagini, preferibilmente optando per una modalità di valutazione spot, puntata dritta sull’atleta che volete ritrarre.

E, a proposito di troppa luce, quando si fotografa all’aperto è un’eventualità da non trascurare, soprattutto se vogliamo sfocare uno sfondo fastidioso o cogliere un movimento senza congelarlo. In questi casi l’unica soluzione è usare un filtro adeguato. La scelta più ovvia è un filtro ND, ma anche un filtro polarizzatore, che elimina la luce riflessa e, quindi, riduce la luminosità, può essere usato come alternativa.

Un pensiero riguardo “Esposizione nella fotografia sportiva”