A molti fotografi (io sono tra questi) piace scattare in condizioni di luce naturale. Nulla in contrario alle luci da studio o a una luce di riempimento, ma il piacere di trovare l’illuminazione che vogliamo già presente sulla scena non ha eguali. Eppure, talvolta, c’è bisogno di un piccolo aiuto, di un’ombra in più o di un riflesso in meno, per esempio. Cosa fare allora? La soluzione migliore è trovare un po’ di spazio tra la nostra attrezzatura per modificatori di luce come diffusori, riflettori e bandiere.

Sappiamo, per esempio, quali sono gli inconvenienti che possiamo incontrare durante una giornata di pieno sole: ombre troppo dure, clipping sulla pelle e riflessi indesiderati. Uno dei primi accorgimenti che possiamo adottare è l’utilizzo di un diffusore, un modificatore di luce che non scherma completamente i raggi luminosi, ma rende l’illuminazione più morbida e, per l’appunto, diffusa.

Esistono diffusori molto comodi e pratici, di forma tonda, pieghevoli: un disco che è possibile ripiegare fino a occupare circa un terzo della superficie complessiva e riporre nella nostra borsa fotografica. Ne esistono anche di triangolari, più maneggevoli (pensati per essere tenuti con una sola mano), ma più ingombranti. Questi ultimi di solito sono anche predisposti per essere fissati su dei supporti, come uno stativo, ma occorre stare ben attenti al vento, perché di fatto stiamo attaccando una vela a un supporto leggero, che potrebbe necessitare di una zavorra, per mantenere stabilità.

Per occasioni che richiedono un tocco più professionale, potrebbe essere necessario un pannello di dimensioni maggiori, da fissare su una struttura più ampia e solida. Tali diffusori sono detti scrim e sono, per esempio, utilizzati per ritratti di gruppo. Quale che sia la soluzione che decidiamo di adottare, il concetto è semplice: si frappone il modificatore tra il soggetto che vogliamo riprendere e la sorgente luminosa troppo dura, per diffondere la luce e ammorbidirla. Ovviamente, diffondere la luce ha effetti sull’esposizione, quindi potrebbe essere necessario aumentarla per compensare, anche di uno stop o più.

Qualora ci trovassimo davanti a uno scena perfetta per uno scatto, ma con una luce troppo dura, e non disponessimo di un diffusore a portata di mano, comunque, non demordiamo. Se abbiamo qualcosa di adatto, un riflettore, una bandiera o semplicemente un pannello, possiamo usarlo per schermare completamente la luce e fare ombra al soggetto… sempre che, più semplicemente, non ci sia una tettoia o un posto in ombra, abbastanza vicino alla zona illuminata da sfruttarne la luce riflessa.

Un riflettore, in realtà, nasce per un altro scopo, anche se, come dicono in Apollo 13, non ci interessa per cosa è progettato, ma cosa può fare. La sua funzione è quella di riflettere la luce, per riempire le ombre e ridurre il contrasto. Immaginiamo, per esempio, un ritratto al tramonto, con la luce del sole che arriva sul soggetto da un lato. Porre un riflettore sul lato opposto a quello da cui proviene l’illuminazione convoglierà la luce sulla parte in ombra del soggetto.

Trattandosi di un ritratto al tramonto, probabilmente sceglieremo un riflettore color oro, che rende la luce più simile a quella del sole, quando cala all’orizzonte. Tuttavia, esistono anche riflettori in altri colori, per esempio, argento, che riflette la luce rendendola di un colore più neutro e, quindi, è adatto a un numero maggiore di situazioni, o bianco, utile quando vogliamo riflettere meno luce di quanta ne otterremmo con un modificatore argentato. Quale che sia il colore, possiamo trovare riflettori circolari da riporre nelle nostre borse, proprio come i diffusori.

L’ultimo modificatore di cui parleremo oggi è quello che, soprattutto nel cinema e nella televisione, è detto bandiera. Tale equipaggiamento si utilizza per schermare la luce, direttamente, oppure, posto sul lato opposto all’illuminazione, come un riflettore, ne produce l’effetto contrario, ovvero “assorbe” la luce e accentua le ombre sul soggetto. Immaginiamo, per esempio, una giornata nuvolosa. Le nuvole sono un diffusore naturale: modificano il colore e l’intensità della luce, rendendo spesso la ritrattistica in esterni più semplice.

Eppure può capitare che la luce sia davvero troppo piatta, quando il sole è completamente coperto. In casi come questo, una bandiera può restituire un po’ di contrasto sui due lati di un volto. Anche in questo caso, stiamo comunque riducendo la luminosità sulla scena, quindi, stiamo ben attenti all’esposizione.

Certo, tutta questa attrezzatura potrebbe essere troppo ingombrante da portare sempre dietro, soprattutto non sapendo cosa ci attende sul set (potremmo non conoscere la location o le condizioni meteo potrebbero essere molto variabili), ma non dobbiamo abbatterci. In commercio esistono, infatti, kit 5-in-1 che contengono un diffusore, tre riflettori (argento, oro e bianco) e una bandiera, tutti in forma circolare, pieghevoli e facilmente riponibili in borsa. Per una trentina di euro, si possono trovare kit con dischi di 110 cm di diametro, per esempio. Un investimento contenuto che vale la pena di prendere in considerazione.

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