Diverso tempo fa abbiamo imparato come comportarci quando scattiamo all’aperto con un bel Sole pieno, (s)fortunatamente non abbiamo sempre tali condizioni meteorologiche a disposizione, quando abbiamo un servizio fotografico in programma, che sia per lavoro o per diletto, quindi, non solo per la fotografia di architettura, conviene approfondire meglio la nostra conoscenza del cielo e delle nuvole.

In linea di principio, se ciò che cercate è una foto dal taglio documentaristico, sarebbe comunque opportuno ritrarre un edificio nelle condizioni in cui tipicamente è possibile vederlo. D’altro canto, condizioni estreme possono catturare l’interesse dell’osservatore e creare un effetto straniante molto particolare. Pensate anche solo ai riflessi nelle pozzanghere che è possibile sfruttare dopo un temporale o l’effetto dei fulmini durante uno di essi. Così come la nebbia può creare una certa atmosfera e aumentare la tridimensionalità dello scatto con la prospettiva aerea.

La presenza delle nuvole nel cielo, attenua la luce, rende più morbide le ombre e riduce il contrasto su tutta la scena, con i passaggi dalle zone di luce a quelle di ombra molto meno marcati. L’aspetto del soggetto potrebbe non essere il migliore, con colori più smorti, meno intensi, così come meno incisivi risulteranno eventuali riflessi. Tuttavia, ciò non è necessariamente un male. Se, per esempio, ci trovassimo in condizione di dover fotografare un edificio in controluce, la ridotta intensità della luce ci permetterà di ottenere risultati dai dettagli più naturali ed efficaci, direi anche più autentici.

In molte fotografie all’aperto il cielo costituisce il fondale di almeno la parte superiore dello scatto. Oltre a una trama pulita che va dal nero della notte al bianco sovraesposto del controluce, passando per varie tonalità di celeste, azzurro e blu, nel cielo possiamo trovare vari elementi che danno risalto all’immagine. Ovviamente le nuvole, ma anche riflessi di luce, precipitazioni, arcobaleni, uccelli e aerei, con le loro caratteristiche scie di condensazione.

Se la trama pulita di cui parlavo può dare maggior risalto al soggetto principale, tali elementi aggiuntivi possono dare un tocco particolare alla fotografia nel suo complesso. Col cielo nitido, senza alcuna gradazione, magari dovuta a condizioni atmosferiche, per dare un po’ di dinamicità allo scatto, si possono usare grandangoli più estremi e inquadrature particolari, come particolarmente basse. Oppure donare quella gradazione con l’uso di un filtro graduato.

Personalmente preferisco qualche nuvoletta qua e là, a punteggiare il cielo. Un arcobaleno o un fulmine, magari, sarebbe un po’ troppo, ma qualche nuvola non troppo imponente, che non sottragga peso visivo al soggetto, spesso rende una fotografia molto più accattivante, soprattutto se si ha la possibilità di scattare con lunghi tempi di esposizione (qualche secondo) per coglierne il movimento, aggiungere delle direttrici di lettura e conferire dinamicità allo scatto. Inoltre, scattare con il Sole basso all’orizzonte alle spalle del fotografo, può creare degli interessanti contrasti sulle nuvole stesse.

A patto di avere a disposizione le nuvole giuste. Non tutte le nuvole, infatti, sono uguali e non tutte hanno lo stesso effetto nelle e sulle nostre fotografie. Nuvole di aspetto filiforme e sottile (cirri), che tendono a sfilacciarsi e a creare trame interessanti e brillanti, sono di solito ben gradite nelle foto. Nuvole a strati, invece, solitamente non hanno un bell’effetto e si dissipano molto lentamente. Tendono a creare uno sfondo uniforme, grigiastro, piatto, con una luce attenuata e diffusa e rendono spesso il Sole a malapena visibile come macchia gialla, più o meno circolare, talvolta condito da piogge leggere. Possono comunque dare l’idea che stia per piovere, aumentando la drammaticità della fotografia.

Le nuvole più pittoresche e caratteristiche sono quelle che ricordano in qualche modo i batuffoli di lana e sono solitamente dette cumuli. Hanno masse definite, ma non troppo stabili, soggette ai capricci del vento in ogni modo, sono le nuvole che più possono distogliere l’attenzione dal soggetto, per la loro complessità e definizione. Sempre meglio comunque delle nuvole dette cumulonembi, che di solito si accompagnano a precipitazioni pesanti e difficili da gestire nella fotografia di architettura.

Infine consideriamo le scie di condensazione. Personalmente non le apprezzo nel cielo terso, in cui spesso ci troviamo con una sola lunga linea a tagliare il cielo in direzione più o meno casuale, ma, come complemento a un cielo nuvoloso, possono anche essere gradevoli.
le nubi spesso regalano effetti ottici molto interessanti, io spesso cerco nelle stesse nubi quelle forme che creano visioni particolari, che oltre a valorizzare un paesaggio danno anche una nuova visione allo stesso cielo..
Come sempre ottimi consigli… 😉
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Grazie
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