Soprattutto quando la fotografia è una passione, è importante fotografare ciò che più ci piace. Ci aiuta a coltivare il nostro interesse e ci fa anche dare il meglio di noi. Preparare uno scatto di un soggetto che ci attrae, ci risulterà meno impegnativo. Nel caso vogliate specializzarvi in un genere, dovrete anche adeguare la vostra attrezzatura. Io, per esempio, adoro i ritratti a luce naturale, per questo non posso fare a meno di un obiettivo 85mm.

Per prima cosa, un po’ di ripasso: la caretteristica distintiva con cui si identificano gli obiettivi è la lunghezza focale, cioè la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il piano di messa a fuoco. Obiettivi che hanno lunghezza focale approssimativamentre uguale alla diagonale del sensore o del frame di pellicola sono detti normali: nel caso del formato full-frame (quello della pellicola più comune 24×36 mm) tale diagonale è di 46mm, perciò solitamente si considera normale l’obiettivo da 50mm.
Il motivo per cui tale obiettivo è normale è perché le immagini che produce sono dal punto di vista della prospettiva uguali alla visuale umana, benché abbiano un angolo di campo molto più stretto (46° contro 112°).
Per i ritratti è consigliabile usare obiettivi più lunghi, i teleobiettivi, che snelliscono la figura e consentono di avvicinarsi al soggetto anche mantenendosi fisicamente a distanza: provate voi a essere rilassati con una macchina fotografica piazzata a 20 cm dal vostro naso!

Per un ritratto ambientato, potete utilizzare anche un 24mm (che guarda caso è molto apprezzato da paesaggisti, anche perché ha proprio quell’angolo di campo di 112° del nostro occhio) o 35mm, per una figura intera il 50mm va più che bene, ma, se già scegliamo un piano americano o un mezzo busto, potremmo cominciare ad avere problemi.
La mia scelta solitamente ricade su un Nikkor 85mm f/1.4, non certo economico, ma che vale i soldi spesi.
Innanzitutto, la lunghezza focale 85mm ha una resa prospettica non poi così diversa dal 50mm e mantiene una profondità di campo ben più che accettabile anche a grande apertura. Grande apertura che consente di scattare in contesti meno luminosi, magari per fotografie low key. La distanza minima di messa a fuoco è di 0,85 m: consente di avvicinarsi a sufficienza e non richiede grandi spazi per mettere a fuoco. Per un primo piano stretto può ancora essere “imbarazzante” e potreste essere tentati di scegliere ottiche più lunghe, come un 105mm o 135mm, ma state attenti, perché queste ottiche solitamente sono progettate per un uso in macro-fotografia: ciò significa che consentono una minore distanza di messa a fuoco, ma sono anche molto più “duri”, meno sfumati e mettono in risalto tutte le imperfezioni della pelle.

Un 200mm f/2.8 è più indicato, soprattutto per scatti “rubati” a distanza, ma è un’ottica decisamente costosa: se il vostro budget ve lo consente, valutate piuttosto uno zoom 70-200mm f/2.8, da impiegare anche in altri contesti, come eventi sportivi e spettacoli teatrali. Il 70-200mm, più versatile, ha tuttavia due stop di luce in meno, un costo più elevato, un maggiore ingombro e una qualità leggermente inferiore all’85mm, molto più pratico per la fotografia fuori studio.
14 pensieri riguardo “L’obiettivo dei miei sogni”