Dopo una prima introduzione e un approfondimento tecnico, continuiamo a parlare di street photography, cercando di mettere a fuoco cosa vogliamo ottenere dalle nostre foto e come farlo.

L’obiettivo di uno street photographer dovrebbe essere restituire le sensazioni che un visitatore può vivere nel luogo in cui ha deciso di scattare. La perfezione compositiva e la bellezza estetica possono essere messe in secondo piano a favore della storia e dell’atmosfera che si vuole raccontare.
Il pericolo che si corre è quello di uscire senza meta con la propria macchina fotografica e tornare a casa con una serie di scatti slegati tra loro, magari qualcuno anche bello o sufficientemente denso di significato, ma la maggior parte piatta e priva di attrattiva.
Per evitare questo, occorrono tanta pratica ed esercizio continuo, ma anche lo studio dei maestri del genere è un buon punto di partenza: non si tratta di copiare lo stile altrui, ma di cercare ispirazione per il proprio. Molti grandi street photographer hanno, per esempio, raccontato la loro città o un determinato quartiere: studiate come hanno fatto e poi esercitatevi a fare lo stesso con un altro luogo a voi familiare.
Cercate di ottenere un risultato che piaccia innanzitutto a voi, identificate un tratto caratteristico che vi intriga (un formato delle immagini, un colore, una condizione atmosferica, un punto di ripresa, ecc.) e fatelo diventare la vostra firma: ciò vi aiuterà ad avere una serie di scatti che si leghino tra loro.

Non trascurate la progettualità nel vostro lavoro. Uscire a caccia e vagare per le strade può essere divertente, ma, se avete già un’idea di cosa cercare, avrete maggiore probabilità di raggiungere un buon risultato. Personalmente, vi consiglio di avere almeno un paio di progetti in piedi, quando vi apprestate a scattare, così da avere più possibilità di trovare una situazione da riprendere che soddisfi i requisiti. Cercate solo di non esagerare: progettare di fotografare tutto equivale a non progettare.

Alcuni esempi di progetti possono essere: i riflessi (vetrine, pozzanghere, ecc.), il layering o un’altra particolare tecnica di composizione, dal basso (o dall’alto: foto scattate da un particolare punto di ripresa), una prospettiva forzata (non la classica foto in cui sorreggete la torre di Pisa, vi prego), il movimento (uso artistico del mosso), la solitudine (isolare soggetti nella folla). Come potete vedere, si tratta di scatti legati tecnicamente o emotivamente. Cercate di spingere chi guarda le vostre foto a provare delle emozioni, farsi delle domande.
È pur vero che si può realizzare un solo scatto perfetto, che colga l’istante decisivo, ma il più delle volte una sola foto non basta: concentratevi sul raccontare una storia. A tal proposito, ancora sul colore: può essere esso stesso un soggetto interessante, per esempio un vestito di un colore che coincide o contrasta con il colore dello sfondo, ma come ho detto, nessuno vi impone di scattare foto a colori o di non farlo, tuttavia vi consiglio caldamente, perlomeno nell’ambito dello stesso progetto, di scegliere uno dei due stili e mantenerlo, così che il risultato finale risulti più coerente.

Un primo progetto semplice può anche essere una serie di ritratti di strada, alla luce del giorno, nel qual caso, però, sarebbe opportuno dichiarare precedentemente le vostre intenzioni, il che vi farà perdere la spontaneità che cercate. Magari, invece di presentarvi come fotografo, potete solo chiedere gentilmente di scattare una foto e dare ulteriori spiegazioni solo se richieste, oppure potreste fare quattro chiacchiere e scattare solo dopo che la persona che vi interessa si è rilassata. La buona notizia è che di solito le persone con un look più particolare, oltre a essere quelle più intriganti da fotografare, sono anche quelle che sono più felici di posare. Siate pronti a ricevere un no come risposta e accettatelo senza insistere troppo. Nel caso di risposta affermativa, offritevi di mandare al soggetto la foto che lo ritrae.

Se non avete l’anima del ritrattista, allora non concentratevi sui singoli soggetti e i loro primi piani, ma sulla gente e l’interazione con le cose e la città. Per esempio, ricordate i “portrait en creux“? La città è un ambiente con una forte, direi insuperabile, impronta dell’uomo: potreste pensare di raccontare gli abitanti della città, solo riprendendo le tracce della loro presenza, come cartelli, biciclette, orme o quant’altro sia presente sulla scena.
C’è poi l’approccio più classico della street photography, che consiste nell’individuare una situazione o uno scenario di forte impatto e scattare o, più probabilmente, aspettare che qualche soggetto entri in campo, passi nel punto giusto, con il look giusto e compia l’azione giusta, per ottenere la fotografia che avevamo immaginato. Prestate la massima attenzione se il soggetto che volete fotografare è un bambino: chi scatta foto di nascosto ai minorenni di solito non è ben visto, pertanto, se proprio volete farlo, meglio un approccio sfacciato. Mai come in questo caso, vi consiglio caldamente di chiedere il permesso ai genitori.
Un altro progetto interessante può riguardare un reportage sulla società e i suoi costumi o su eventi particolari, come festival, manifestazioni, problemi che riguardano l’area da voi scelta o lo stesso problema ripreso in più aree o attività umanitarie che lo contrastano. Considerate che spesso chi si dedica a manifestazioni di qualsiasi natura, artistica o sociale, vuole ottenere visibilità e sarà, quindi, ben lieto di farsi fotografare. La differenza sostanziale con il reportagre classico è che questo spesso si concentra su un breve lasso di tempo e su una diffusione rapida, mentre un progetto di street photography può tenervi impegnati anche per anni, se lo volete, e consentirvi di offrire una prospettiva più ampia della situazione.

Non trascurate l’aspetto umoristico: spesso un’immagine, o una serie di immagini, buffa ha un forte impatto e non meno valenza nel descrivere la città e i suoi abitanti. Per esempio, Bruce Gilden era famoso per arrivare vicino a soggetti ignari e fotografarli in primo piano usando il flash, per cogliere le loro reazioni sorprese dal lampo improvviso: che io sappia, nessuno mai lo picchiò e magari voi potreste essere altrettanto fortunati. Meno rischioso per la vostra salute potrebbe essere qualche azione inconsueta, un vestiario buffo o un evidente contrasto tra elementi sulla scena: pensate a quante volte vi è capitato di vedere decine di persone farsi un bagno a pochi metri da un cartello che vieta la balneazione, per esempio. La giustapposizione può essere anche prettamente visiva, come una persona particolarmente alta in un giardino d’infanzia o un motociclista fermo a un semaforo circondato da biciclette.

Contrasti particolarmente utilizzati in fotografia e non meno nella street photography sono quelli tra luci e ombre. Se, come me, adorate lo spazio negativo, l’illuminazione cittadina vi offrirà spunti eccezionali. Inoltre, mentre nella ritrattistica “classica” le ombre dei soggetti sono spesso considerate un fastidio, per strada sono spesso utilizzate come elemento compositivo e per dare tridimensionalità all’immagine, a patto che siano scure e ben definite. Usatele anche per aggiungere trama, nascondere dettagli e creare forme, studiando le ombre provenienti da diversi tipi di luce, come quelle del Sole in diverse ore del giorno. Oppure ragionate al contrario e, invece di nascondere un dettaglio con un’ombra, fatelo emergere da una scena buia con un raggio di luce.

Giocare con luci e ombre (e con i colori) è anche un buon modo per ottenere foto astratte o “estratte”, come diceva Cartier-Bresson. Linee, forme e trame particolari sono un ottimo punto di partenza: allenare l’occhio a vederle è un esercizio perfetto.

Quelli che ho presentato sono solo alcuni temi e progetti che potrete perseguire, in attesa di sviluppare i vostri interessi. Vediamo ora quali sono i luoghi più interessanti e adatti dove mettere in pratica i vostri propositi.
Ovviamente la prima location che viene in mente, quando si parla di street photography, è il centro città, ma non trascurate campagne, parchi e spiagge, per esempio. Se un luogo vi sembra promettente, ma sul momento non vi offre stimoli, prendetene nota e valutate di tornarci in un secondo momento.
In città probabilmente vi troverete circondati dalla sua vita frenetica: osservatela senza farvene coinvolgere. Camminate lentamente e osservate, magari sedetevi al tavolino di un bar all’aperto: le persone di fretta probabilmente neanche vi noteranno mentre li fotografate.
Richard I’Anson nella sua guida alla fotografia di viaggio realizzata per l’agenzia Lonely Planet raccomanda di non trascurare i mercati e i festival. Sono senza dubbio soggetti molto fotografati, ma c’è davvero tanto materiale per tirare fuori qualcosa di eccezionale. Non limitatevi a fotografare la merce, ma un venditore preso nella sua attività o un acquirente che valuta l’acquisto. Chiedete il permesso di scattare, fate un paio di scatti, aspettate che le persone smettano di pensare a voi e potrete ottenere altre foto più spontanee. Nei centri commerciali prestate attenzione ai divieti: spesso un fotografo professionista verrà allontanato o costretto a chiedere il permesso alla direzione per realizzare un servizio. Al contrario, ai festival, come vi ho anticipato, le persone si aspettano di essere fotografate, gli organizzatori sperano di guadagnare più visibilità possibile e vi lasceranno fare. Non concentratevi solo sugli eventi: osservate le persone, le loro reazioni, come partecipano alle attività, come si muovono alla luce della particolare illuminazione presente. Potrà essere più difficile ottenere buoni posti alle manifestazioni sportive: vi consiglio di concentrarvi su quelle più piccole.

Discorso a parte meritano le manifestazioni di protesta, che sono un’ottima occasione per realizzare scatti interessanti, ma che richiedono molta cautela. Le foto migliori sono sempre quelle di singoli soggetti in atteggiamenti che esprimono le loro emozioni, tuttavia avvicinarvi troppo ad alcuni soggetti potrebbe causare una loro reazione violenta. Solitamente a una manifestazione pacifica nessuno vi farà storie per le vostre foto, ma occhio ai violenti: non gradiscono essere ripresi mentre commettono le loro malefatte. Ricordate che in alcuni paesi è vietato fotografare la polizia nell’esercizio delle sue funzioni, ma, se invece è consentito, includeteli nel vostro servizio.

Tenete d’occhio le strade laterali, tanto per scoprire eventuali attività minori relative alla manifestazione, tanto per valutare eventuali vie di fuga in caso la manifestazione degeneri: lanci di oggetti, cariche e lacrimogeni sono cose sgradevoli, quindi studiate l’area, se possibile con un sopralluogo preventivo, oppure su una mappa. Siate pronti a togliervi di torno rapidamente e senza rimpianti: nessuna foto vale un osso rotto o peggio! Se siete in gruppo, stabilite un punto di raccolta, in caso di problemi. Cercate di mimetizzarvi con la folla, evitate attrezzature vistose e cercate di dare l’idea di essere lì per la manifestazione, non per le foto. Non mettete a rischio la vostra fotocamera più costosa, ma, se possibile, portatene una di seconda scelta: in generale non portate nulla che non siete disposti a perdere.

Soprattutto se vi trovate in un luogo che non conoscete bene, prendete dei mezzi pubblici per fare un giro della città e farvi un’idea dei luoghi più interessanti. Oltre a vedere la città, potrete fotografare i mezzi stessi, gli altri viaggiatori intenti nelle loro attività e la città attraverso il finestrino. Usate un filtro polarizzatore per ridurre il riflesso, oppure utilizzatelo come elemento compositivo: abbiamo visto come un vetro bagnato o appannato possa conferire carattere a un’immagine. Anche in questo caso, fate attenzione ai divieti: può capitare che su alcuni mezzi (di solito metropolitane) o luoghi (stazioni e aeroporti) sia proibito fotografare.

Non dimenticate di fare una visita a parchi e spiagge. Personalmente preferisco questi ambienti quando sono poco frequentati: una scia di orme sulla sabbia o una coppia che fa un picnic su un prato mi attirano molto di più di una spiaggia affollata, ma ciò non significa che in un simile contesto non si possano ritrarre scene di vita quotidiana e pittoresca.

3 pensieri riguardo “A caccia per le strade”