La misura dell’esposizione è un processo fondamentale in fotografia. Sia che la si deleghi alla macchina fotografica totalmente o in parte, sia che si decida di effettuarla di persona, conoscere la quantità di luce sulla scena e stabilire quanta se ne vuole in fotografia è un passo decisivo, reso possibile dall’esposimetro interno della nostra macchina fotografica. Eppure esistono altri modi per misurare l’esposizione, uno molto più preciso e professionale, benché più macchinoso, e uno più immediato, ma spannometrico. Vediamoli entrambi.

A tal proposito, iniziamo con un paio di brevi cenni di riepilogo sull’argomento, di cui potrete trovare ampia spiegazione nel mio manuale e qualche approfondimento in un articolo sul tasto AEL/AFL. L’esposimetro interno alla vostra macchina fotografica misura la luce riflessa dalla scena inquadrata attraverso la lente, (TTL o through the lens). In scene omogenee con scarso contrasto è efficace quanto basta, ma in scene con alti contrasti può creare qualche problema.

Immaginate per esempio di voler realizzare un bel ritratto di una modella vestita di nero in una scena ben illuminata, magari in pieno Sole. La misura della luce riflessa sul suo vestito farà sovraesporre il suo viso, mentre quella del viso farà sottoesporre il vestito. Si può decidere di compensare manualmente l’esposizione, oppure si può utilizzare un esposimetro esterno.
Innanzitutto occorre precisare che solitamente gli esposimetri esterni misurano anche la luce riflessa (nel caso del flashmate nell’immagine qui accanto, si fa scorrere il cupolino e si scopre la fotocellula): in questo caso l’esposimetro va posto vicino alla macchina fotografica, con il sensore rivolto verso la scena.
Per misurare la luce incidente, invece, il dispositivo deve essere messo tra la luce e il soggetto, il più vicino possibile a quest’ultimo, con la fotocellula rivolta verso la sorgente di luce. Il cupolino bianco serve a misurare la luce su superfici curve, come il viso di una persona e, in caso di superfici piatte, può essere sostituito da un dischetto in dotazione.

In questo modo è anche possibile misurare l’effetto delle singole sorgenti di luce su un soggetto, per esempio per valutare una luce di riempimento o una differenza di esposizione con lo sfondo per ottenere un nero o un bianco puro.

L’esposimetro può essere utilizzato per misurare la luce naturale, la luce artificiale continua e la luce flash. In tutti e tre i casi, impostando il valore ISO desiderato, al variare del tempo di esposizione, il dispositivo indicherà l’opportuna apertura di diaframma per avere la corretta esposizione della scena basata non su quanta luce riflette il soggetto, ma su quanta è effettivamente presente sulla scena, particolarmente utile se si vuole giocare con la chiave di illuminazione.
Alcuni esposimetri, come quello in esempio, hanno anche una quarta modalità che, sempre dopo aver impostato il valore di sensibilità desiderato, indicano il valore di esposizione, EV.
È un dato di fatto che in alcune particolari condizioni ben definite la luce sia sempre la medesima. La stessa definizione dei valori ISO nasce dalla cosidetta regola “Soleggiato 16“, secondo cui in condizione di pieno Sole con un’apertura di diaframma f/16, l’esposizione corretta si ottiene impostando la sensibilità e il tempo di esposizione allo stesso valore, cioè 100 ISO è la sensibilità corretta per scattare in pieno Sole con apertura f/16 e tempo di esposizione 1/100 di secondo.

Anche in questo caso, per calcolare i valori di esposizione corretti esiste una formula e delle tabelle (per entrambe vi rimando a Wikipedia). Tuttavia, con un po’ di pratica, potrete prendere sufficiente confidenza con i valori di esposizione da riuscire a valutare rapidamente sulla scena i valori necessari, riportati nella seguente tabella con la descrizione delle relative condizioni di luce:

Infine potete, come vi avevo anticipato, usare l’esposimetro per sapere qual è il corretto EV sulla scena (la quarta modalità cui accennavo) e impostare i parametri adatti a tale valore.
8 pensieri riguardo “L’esposimetro e la luce incidente”