Abbiamo iniziato a vedere quali sono i requisiti delle nostre foto di architettura. Ora analizziamo le architetture come soggetto fotografico, i loro punti di forza e le criticità.
Partiamo dall’ovvio: qualsiasi fotografia di architettura ha come soggetto l’edificio, uno o più di essi. E ogni edificio ha delle caratteristiche che rende il fotografarli molto particolare. Una su tutte, le enormi dimensioni, che già di per sè comporta alcune necessità, come uno spazio sufficiente per inquadrarlo. Un edificio, cioè un immobile, è poi per sua definizione inamovibile. Ciò significa che non potrete portarlo nel vostro studio e regolare le luci per fotografarlo al meglio: tutt’al più potrete aspettare delle condizioni metereologiche adatte ai vostri scopi, se mai si presenteranno. Infine, un edificio può essere fotografato anche dall’interno.

La location, oltre che sulle condizioni di luce, influirà necessariamente anche sulla composizione. Non sarà facile eliminare eventuali altri elementi di disturbo. Valutate se è possibile girare intorno al soggetto, cambiare inquadratura, ma potreste comunque essere costretti a fare dei compromessi. D’altro canto, la vicinanza di altri edifici potrebbe aiutarvi a mettere in risalto quello di vostro interesse, per contrasto, o creare uno schema omogeneo con le architetture circostanti, per affinità. E tutto ciò potrebbe dare maggior efficacia alla vostra foto. Soprattutto nelle foto di impronta più artistica, non è raro includere nella composizione anche persone, alberi, segnaletica e altro.

Quali sono gli edifici adatti a una fotografia di architettura? Tutti! Probabilmente anche il vecchio palazzo cui passiamo accanto ogni giorno per andare a scuola o al lavoro, magari nella giusta ora del giorno o solo facendo un passo in più verso di esso, si presenterà come ottimo soggetto fotografico. E probabilmente non tutti gli edifici si presteranno a tutti i sottogeneri di fotografia di architettura, ma anche un rudere può avere il suo fascino, magari in uno scatto un po’ più “gotico”, durante un temporale o al crepuscolo, mentre un palazzo moderno potrà offrire la possibilità di giocare con linee dinamiche e accattivanti in una bella giornata di Sole.

Anche un complesso industriale, una torre idrica o un bunker possono essere soggetti interessanti. Similmente allo street photographer, il fotografo di architettura può benissimo decidere di farsi una passeggiata a caccia di un buon soggetto e, magari, trovarlo proprio sotto, o più spesso sopra, il proprio naso. Oggi poi abbiamo anche la possibilità di esplorare il mondo in anteprima dal nostro computer, con servizi come Google Maps, così da individuare zone interessanti dove recarsi a scattare.

Già, perché, spero sia ovvio, per diventare buoni fotografi di architettura, dovete uscire di casa e guardarvi intorno… a meno di non volervi specializzare nella fotografia dell’interno di casa vostra. La difficoltà consiste nell’allenare il nostro occhio a valutare proporzioni e spazi. Mentre uno street photographer ha minore difficoltà a osservare la gente che si muove, anche in relazione al contesto, la staticità degli edifici rende più difficile prestarvi la dovuta attenzione.

Alcuni sono più fortunati e hanno una sorta di istinto per i soggetti migliori, altri dovranno faticare un po’ di più: l’importante è allenare l’occhio alle inquadrature più accattivanti. Con soggetti statici ed enormi come i palazzi, spesso, una passeggiata fugace non basta. Fortunatamente il digitale ci dà la possibilità di fare diverse prove con poco dispendio: tornati a casa potrete studiare le vostre stesse prove per migliorarvi. Anche grazie a un software di post-produzione che vi permette di provare tagli diversi. Ricordate solo che nessun software vi permetterà di modificare sostanzialmente la composizione da noi scelta.

Non trascurate poi di studiare il lavoro degli esperti: riviste e libri di architettura e design sono delle vere miniere di ottime fotografie. Osservate le foto, analizzate le inquadrature, le ottiche e le prospettive e chiedetevi, perché no?, cosa avreste fatto voi di diverso. Magari, se ne avete possibilità, recatevi sul posto e sperimentate la vostra visione.
io cerco sempre di trovare paesaggi puri, senza persone, sebbene talvolta inserirne qualcuna nei giusti punti d’interesse serva a dar maggior vita all’immagine stessa.
Sempre interessanti i tuoi articoli.
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Grazie
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