In fotografia, ci sono tanti presupposti, tante risorse da mettere in campo, ognuna delle quali dà un suo contributo al nostro lavoro, ma niente è importante come l’inquadratura, la controparte tecnologica della nostra visione, cioè di ciò che fa di noi dei fotografi e non delle appendici della nostra macchina fotografica.

Henri Cartier-Bresson diceva che fotografare significa mettere sulla stessa linea occhio, mente e cuore, io mi permetterei di dire che, in realtà, questa è la definizione di inquadrare. Perché, a meno di commissioni, inquadriamo ciò che ci piace e, quindi, nell’inquadratura mettiamo tutto noi stessi, tutto ciò che ci fa provare emozione. Non è quindi solo una questione di frame, neanche di mera selezione di ciò che renda una buona composizione, ma una vera e propria scelta del linguaggio che decidiamo di utilizzare per raccontare ciò che abbiamo davanti agli occhi. John Szarkowski, per esempio, sosteneva che un’inqadratura può non solo isolare due soggetti, ma anche stabilire una relazione tra di loro, che altrimenti non esisterebbe.

Certo, possiamo decidere di fare un viaggio, magari una bella vacanza, in un posto esotico, trovarci di fronte un bel soggetto, inquadrare e scattare, ma tanto varrebbe comprare una cartolina o scattarsi un selfie, più per testimoniare la nostra presenza, che per fare fotografia. Questo, però, implica che non riusciremo mai a realizzare immagini accattivanti a pochi passi da casa nostra o qualsiasi altro posto cui siamo abituati e che risulta per noi e il nostro pubblico tutt’altro che esotico. Esploriamo, invece, i dintorni con lo sguardo, abbassiamoci, saliamo sulle scale, infiliamoci in anfratti e… stiamo attenti a non battere la testa, ma troviamo l’inquadratura giusta.

Ma qual è l’inquadratura giusta? Intanto, direi di non affannarci a cercare un ideale di perfezione assoluto che, vi assicuro, non esiste. A prescindere dalle varie sfumature di significato che gli elementi di un’immagine possono assumere in epoche e luoghi differenti, due persone diverse, con la stessa abilità fotografica, sceglieranno due inquadrature diverse, ma è proprio questo il punto. La giusta inquadratura ci permette di mostrare agli altri ciò che abbiamo visto e, se siamo molto fortunati, condividere con loro le stesse emozioni che ci hanno portato a scattare.

Quindi, studiamo la tecnica, per affinare la nostra capacità di ottenere il meglio. Investiamo le nostre risorse, quando possiamo, per dell’attrezzatura migliore, con una resa fotografica superiore, ma, prima di tutto, alleniamo la nostra visione per ottenere inquadrarure sempre migliori, sempre più affini al modo in cui il nostro occhio percepisce il mondo.

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