In questo articolo analizzeremo un altro fenomeno fotografico nato dal contesto attuale, quello postfotografico, che assume il curioso nome di Lomografia, un vero e proprio movimento artistico-fotografico contemporaneo, che tanto di community ufficiale che organizza concorsi, ambasciate e missioni.

Nel 1914 a San Pietroburgo fu fondata la LOMO, un’industria specializzata nella produzione di dispositivi ottici e meccanici, che, tra le altre, produceva delle macchine fotografiche compatte con obiettivo grandangolare (focale 32mm con apertura f/2.8) che aveva la caratteristica di un’elevata luminosità e saturazione al centro dell’immagine e una vignettatura sul bordo. In tempi più recenti, tali fotocamere appassionarono alcuni studenti austriaci, che presero spunto dalle sue caratteristiche per proporre un tipo di fotografia che potesse sfruttarle a pieno, la lomografia, per l’appunto.

La lomografia è, dunque, un approccio alla fotografia analogica il cui motto fondamentale è “Non pensare, scatta“. Per favorire tale approccio, saranno utilizzate solo macchine fotografiche analogiche, preferibilmente compatte analogiche 35mm, che non consentono di vedere gli scatti fino allo sviluppo del rullino.

Sulla community ufficiale del movimento, sono disponibili anche le 10 regole fondamentali della lomografia (traduzione fonte Wikipedia):
- Porta la tua lomo ovunque tu vada
- Usala sempre di giorno e di notte
- La lomografia non è un’interferenza nella tua vita ma ne è parte integrante
- Scatta senza guardare nel mirino
- Avvicinati più che puoi
- Non pensare
- Sii veloce
- Non preoccuparti in anticipo di quello che verrà impresso
- Non preoccuparti neppure dopo
- Non preoccuparti di nessuna regola

Ovviamente tali regole presuppongono un certo grado di automatismo del mezzo, ma in fondo l’ultima voce di questo decalogo, in un certo qual modo, ci libera da un’applicazione molto rigida di tali precetti. In definitiva, pur non volendo aderire strettamente al movimento, possiamo prendere spunto per qualche sperimentazione personale, come la fotografia istantanea che sta tornando di moda, anche grazie ai produttori di attrezzatura fotografica che l’hanno riscoperta.

Potremmo cominciare a scattare tenendo spento il monitor e/o il mirino, dedicandoci alla street photography senza inquadrare e senza preoccuparci degli errori prodotti, anzi integrandoli nel nostro portfolio. Certo, questo dovrebbe essere qualcosa di più di uno scattare a casaccio e spacciare ogni singola immagine errata come un capolavoro della lomografia.

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