La fotografia, soprattutto se intesa come hobby, può essere molto costosa o economica. Dipende da ciò che vogliamo: abbiamo bisogno dell’ultimo modello di fotocamera o ci accontentiamo di qualcosa che scatti? Vogliamo sederci su una panchina a fotografare quello che passa o vogliamo allestire un set di moda o un ricco tableau con modelli, costumi, scenografie e trucchi? A me piacciono entrambe le cose e talvolta scatto per il gusto di scattare.

Mi è capitato, per esempio, qualche settimana fa di trovarmi a cena con la mia famiglia in un locale che frequento spesso e dove conosco praticamente tutti quelli dello staff. Quella sera era particolarmente affollato e sono rimasto affascinato dal movimento del personale che si aggirava tra i tavoli.

C’erano il gestore che ogni tanto, pur evidentemente affaticato dalla lunga giornata, improvvisava qualche leggero passo di danza tra i tavoli, al ritmo della musica, e poi si fermava a dare istruzioni al cameriere più giovane, un cameriere più esperto che si destreggiava con diversi piatti e un’espressione un po’ tesa, un’altra cameriera che sembrava persa nel suo “piano di battaglia” relativo alle prossime mosse da fare e il pizzaiolo che continuava imperterrito a sfornare pizze.

Avevo la location, avevo i soggetti, avevo, come sempre, la mia Fuji X100V, nome in codice Grace, per tutte le occasioni: che avrei dovuto fare? L’ho tirata fuori e messa in attività! Prima di tutto, ho studiato l’ambiente e le luci. Molte lampadine basse e i neon delle vetrinette creavano dei punti di luce molto forti, quindi ho optato per un’esposizione in chiave più bassa, per sfruttarne il contrasto. D’altro canto volevo catturare la dinamicità della scena, quindi anche coi tempi di esposizione mi sono tenuto altino (quasi sempre 1/125s). Il resto è stato inquadrare e sperare che la danza dei soggetti incrociasse la mia linea di tiro.

Insomma, tra una calamarata allo scoglio e una costata di manzo con patatine, ho portato a casa qualche fotografia in stile street photography, con particolare riferimento alle persone al lavoro, con pochi mezzi, tanta voglia di sperimentare e un po’ di lavoro in post-produzione, in cui ho convertito gli scatti in bianco e nero, a mio avviso la soluzione migliore per sfruttare il forte contrasto delle luci sulla scena.

Un pensiero riguardo “A cena con Grace”