Inquadrare il tempo

Credo che chiunque abbia sentito parlare di fotografia sappia bene che la parola stessa in greco antico significa “scrittura con la luce“, ma ci siamo mai chiesti cosa stiamo scrivendo? Persone, cose, oggetti? In realtà, ciò che stiamo scrivendo, o disegnando all’occorrenza, è un’istante che abbiamo inquadrato con il nostro mirino. Insomma, stiamo scrivendo il tempo con la luce.

Non è proprio quello che intendevamo con inquadrare il tempo, ma rende l’idea

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato delle inquadrature e di come queste ci permettano di includere o escludere referenti e, quindi, soggetti nelle nostre immagini. Ciò che non dobbiamo trascurare è anche di riprendere con la nostra inquadratura anche il momento giusto, dunque attendere l’istante migliore per esprimere a pieno il nostro soggetto.

Il momento giusto talvolta passa presto

Va da sè che, quando parliamo di istante migliore, intendiamo non solo quel preciso momento nel tempo, ma anche il tempo di posa più adatto. Se stiamo lavorando su uno still life in studio, questo dipenderà solo dalla luce sulla scena, ma per quanto riguarda soggetti in movimento o esposti a luce variabile, dobbiamo progettare la nostra inquadratura non solo in base allo spazio, ma anche al tempo.

Un’inquadratura che è lì da secoli

La questione, vecchia quasi quanto la fotografia stessa, è sempre la solita: vogliamo congelare il movimento, lasciando che i referenti nell’immagine siano ben nitidi, o ammorbidirlo e sfumarlo, rendendo, però, meno netti tali referenti? In base alla risposta, sceglieremo se impostare un tempo di posa breve o lungo. Relativamente alla velocità con cui si muovono gli elementi sulla scena, ovviamente.

All’occorrenza, possiamo decidere di usare un panning, per lasciare il movimento fluido, ma non sfumare troppo i referenti.

L’esempio tipico che si fa nei corsi e nei manuali di fotografia riguarda lo scorrere dei corsi d’acqua, torrenti, fiumi, magari una bella cascata. Tanto tipico che a un corso un ragazzo mi chiese come si chiamassero i filtri per fotografare l’acqua: intendeva i filtri ND, che permettono di usare tempi di posa più lunghi e cogliere lo scorrere dell’acqua. Vogliamo, quindi, congelare il movimento, magari per cogliere un riflesso o un raggio di luce, oppure sfumarlo, proprio per rendere il senso del movimento stesso? Qual è la scelta migliore? A parte che dalle specifiche circostanze (c’è o meno un riflesso da cogliere?), dipende da come ci piace catturare la scena.

Ho usato un filtro ND per realizzare questa fotografia

In conclusione, teniamo bene in mente che inquadrare non signfica solo puntare l’obiettivo nella direzione giusta, ma anche nel momento giusto e per la durata necessaria. Per aiutarci in questo dobbiamo conoscere bene le dinamiche sulla scena. Per esempio, nella fotografia sportiva, aiuta molto conoscere le regole e le consuetudini dello sport in questione.

Non conoscere le regole del Rugby non mi ha aiutato durante questo servizio fotografico

9 pensieri riguardo “Inquadrare il tempo

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