Abbiamo visto come scegliere il momento e poi abbiamo dato un’occhiata alle caratteristiche da tenere in conto, quando lo dobbiamo riprendere. Ora possiamo vedere un esempio di come mettere in pratica tutto. L’occasione mi è stata data da un giro nei dintorni di casa mia in bicicletta, una passeggiata nata col solo scopo di fare un po’ di moto che si è tramutata, ovviamente, in un’uscita fotografica.

Gironzolando qua e là, sono finito alla foce del canale Sant’Anastasia, dove c’è un piccolo ponte, di costruzione abbastanza recente, che immaginavo potesse darmi qualche modesto spunto per delle fotografie paesaggistico-architettoniche senza troppe pretese. Il ponte, composto da due archi da cui dei cavi sostengono la struttura, di per sè non è molto imponente, e forse non del tutto in linea con l’attuale stato della zona, in via di riqualificazione.

Sono arrivato sul ponte dalla sponda sud, un paio d’ore prima del tramonto, quindi col Sole già abbastanza basso sulle orizzonte. Questo mi poneva in posizione di controluce. La struttura tondeggiante del ponte mi suggeriva l’utilizzo di una focale grandangolare, per esaltarla. La mia idea era di ritrarre il ponte senza nessuno che lo attraversasse, ma avevo fatto i conti senza l’oste: sul ponte c’era una panchina ed era occupata da due persone che si rilassavano al tiepido sole di febbraio.

Insomma, ho dovuto fare di necessità virtù e i miei scatti di architettura e paesaggio si sono trasformati in street photography. Dato che il fondo atletico non è la mia specialità, decido di approfittare per riposarmi qualche minuto e aspettare, per vedere se quelle due persone avessero deciso di riprendere la loro passeggiata e intanto mi sono voltato dall’altra parte. La scena che mi si è presentata davanti agli occhi non era male e mi ha permesso di scattare l’immagine che ho scelto come copertina di questo articolo.

Stavo per rinunciare, quando, abbassando lo sguardo ho previsualizzato una scena molto più interessante del ponte stesso: c’era una bambina che spingeva la sua biciclettina sulla spiaggia, arrancando per risalire la duna, sotto lo sguardo della madre, che la seguiva da lontano. Ho deciso che il ponte poteva benissimo aspettare, tanto sarebbe rimasto lì per molto e, all’occorrenza, sarei anche potuto tornare nei giorni seguenti.

Senza riflettere, ho inquadrato e scattato, ma la scena che avevo davanti agli occhi, seppure invitante, mancava di ciò che cercavo. Innanzitutto, era troppo caotica. Non c’è modo di identificare la donna con il cappotto come la madre della bambina, se non per il fatto che è la più vicina alla bambina (sebbene comunque lontana). Inoltre, l’eccessivo peso dato allo sfondo, non permette di individuare chiaramente la bambina come soggetto, anche se perfettamente a fuoco. Insomma, mi sono lasciato prendere troppo dalla frenesia, e dall’urgenza, ma trascurando del tutto la precisione.

Ho fatto un secondo tentativo, stavolta cercando di dare più peso alla giovane ciclista. Ho, quindi, centrato il mio soggetto un po’ di più. La madre è ancora abbastanza lontana, ma optando per un’immagine a colori, questa volta, ho sfruttato il giallo vistoso del cappotto per attirare l’attenzione anche su di lei. Penso che questo scatto sia decisamente meglio riuscito del primo, ma sapevo che la scena poteva concedermi qualcosa di più, così ho aspettato qualche istante ancora.

L’attesa ha infine pagato. La bambina stava spingendo la bicicletta perché voleva risalire la duna per andarsene e la madre ha rapidamente recuperato terreno. Non c’erano altre persone a seguirle (in realtà ce n’erano un paio appoggiate alla staccionata, ma sono riuscito a rimuoverle con pochi click). Mi sono, dunque, ritrovato con i miei due personaggi nell’inquadratura, su un percorso diagonale, rispetto alla mia posizione, accentuato dalla staccionata e dal formato 3:2 (non il 4:3 nativo della mia Fuji X30), con la metà superiore occupata da un bar in legno. Quando ho inziato a scattare non lo sapevo, ma era la fotografia che volevo, abbastanza pulita e con i giusti contrasti per rendere al meglio in bianco e nero.

Soddisfatto per l’immagine ottenuta, non mi restava che scattare la fotografia al ponte, per cui ero arrivato fin là, ma quelle due persone non avevano alcuna intenzione di muoversi ed erano ancora lì, allora, sfruttando il grandangolo e uno degli archi di sostegno, sono riuscito a nasconderli, accentuando ancora di più le linee arcuate della struttura.

5 pensieri riguardo “Passeggiando in bicicletta”