Momenti lenti e veloci – Parte 2

Abbiamo chiuso l’ultimo articolo, parlando di presenza di fotografi sulla scena e credo che sia opportuno continuare a farlo. Anche la nostra sola presenza, infatti, può incidere sulla scena, tanto in positivo, quanto in negativo, ma, in generale, uno street photographer preferisce non essere notato, per evitare che i suoi soggetti assumano pose impostate e guardino in macchina.

Lo sguardo in macchina cambia la connotazione delle nostre immagini

Insomma, se vogliamo cogliere qualcuno di sorpresa, dobbiamo agire prima che ci noti. D’altro canto, possiamo decidere di coinvolgere chi ci interessa. Questo, oltre a evitare possibili problemi di natura legale, ci pone come limite temporale solo la pazienza del soggetto, ma ci fa perdere spontaneità. Possiamo anche pensare di ingaggiare dei modelli, il che riduce ancor di più l’urgenza, a parte di avere disponibilità economiche sufficienti a tenerli impegnati a lungo per costruire la scena come vogliamo.

Se ingaggiamo dei modelli, possiamo pianificare e allungare i momenti decisivi

Possiamo, allora, accontentarci di qualche soggetto più comune, anche se già molto fotografato. Un soggetto probabilmente facile o che facilmente faccia effetto, quindi quasi certamente ampiamente fotografato. Lo abbiamo già accennato prima. Il momento potrebbe essere abbastanza lento da non crearci difficoltà, ma noi vogliamo sempre il meglio dai nostri scatti, quindi cercheremo il particolare. Che potrebbe voler dire una certa inquadratura, ma anche l’attesa, neanche a dirlo, del particolare insolito. Magari inseguiamo le ombre che si spostano fino a darci quel quid che cerchiamo.

Delle ombre possono dare alla scena quel quid che cerchiamo

Ombre che riguardano paesaggi e architetture, mentre, per quanto riguarda i ritratti, dobbiamo fare i conti per lo più con pose, gesti ed espressioni. Le pose solitamente richiedono meno velocità per essere riprese. Di solito assumiamo una posa per qualche secondo almeno, ma una camminata può essere un po’ più ostica da riprendere: un movimento estremamente ripetitivo che può risultare sgraziato ed elegante a distanza di poche frazioni di secondo. Discorso analogo possiamo fare con i gesti. Quelli ripetitivi, come tipicamente accade con i lavori, ci danno più occasioni per essere ripresi, se si escludono eventuali imprevisti (un attrezzo che sfugge di mano, la necessità di una correzione, ecc.) potenzialmente irripetibili. I gesti spontanei solitamente sono molto più veloci, talvolta fulminei, come le espressioni, del resto.

Un tamburellare nervoso dovrebbe essere un gesto spontaneo, ma può essere costruito

Gesti e posture che si combinano fanno delle interazioni, di cui abbiamo già parlato, ma cosa accade quando sulla stessa scena ne abbiamo di completamente indipendenti tra loro? Certo, potrebbe essere il tema del nostro scatto, ma potrebbe anche darsi che ci troviamo in presenza di più scatti diversi. Per esempio, se volessimo fotografare un ponte e ci trovassimo davanti a una bambina in bicicletta, cosa potremmo fare? Semplice, dobbiamo essere ben rapidi e scegliere cosa fotografare per prima, anche correndo il rischio di perdere alcune delle occasioni.

Soggetti, soggetti da fotografare ovunque!

Potrebbe capitarci, comunque, di avere dei movimenti particolarmente veloci di cui non abbiamo possibilità di ottenere una ripresa congelata. In tal caso, possiamo optare per classiche tecniche che il mezzo fotografico ci mette a disposizione, come un panning, uno sfumato artistico, con tempi di ripresa lunghi o un’esposizione multipla. Se la cosa non fosse fattibile, per qualsivoglia motivo (per esempio non avere l’attrezzatura adeguata con noi o non gradire tali tecniche), possiamo pensare di rovesciare la situazione e riprendere qualcosa di affine. Se abbiamo difficoltà a riprendere una rappresentazione o una competizione, possiamo dedicarci a dei probabilmente meno frenetici backstage e riscaldamenti, anche se si tratterebbe di una rinuncia consistente.

Il momento “morto” in cui il golfista carica il colpo è più lento di quello in cui colpisce la pallina

Infine, un ultimo consiglio. Cogliere i movimenti più veloci al meglio ci dà più soddisfazione, ma talvolta anche rilassarsi con un compito all’apparenza meno impegnativo come catturare movimenti lenti, può renderci la giornata interessante. L’importante è non rilassarsi troppo, distrarsi e perdere il momento per eccessiva lentezza. Insomma, teniamo sempre a mente la lezione della lepre e della tartaruga.

Un movimento veloce, ripreso con lentezza, trasforma completamente la scena

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