Tableau

In diverse forme artistiche si usa un termine, tableau, che può assumere molteplici significati e in fotografia ben due, in effetti. Si tratta di due sottogeneri del ritratto, per certi versi molto affini tra loro e che possono richiedere molta preparazione e donare grandi soddisfazioni al fotografo.

La differenza tra il tableau e la street photography per lo più consiste nella pianificazione

Il termine tableau deriva dal francese, significa piccola tavola e talvolta è utilizzato come sinonimo di immagine. Tale definizione infatti è utilizzata in pittura da secoli per indicare una scena rappresentante un gruppo di persone intente a interagire tra di loro. Lo stesso termine è usato anche nella scultura, almeno per i bassorilievi.

Del resto tra fotografia e pittura c’è sempre una sorta di rapporto di amore e odio

Tableau è anche il nome usato nel cinema (poco) e nel teatro (molto) per indicare una scena o una porzione di atto con una sua scenografia, quindi possiamo dire che un atto può essere suddiviso in tanti tableau, o quadri, quanti sono i cambi di scenografia.

In uno spettacolo teatrale, ogni scena è un tableau

Questo cosa c’entra con la fotografia? Beh, sappiamo che la fotografia ha una stretta familiarità col cinema e una certa adorazione per le arti performative. E il tableau rappresenta un ottimo connubio tra fotografia, cinema e teatro.

Quanto avrei voluto essere qui, alla reggia di Caserta, nei giorni in cui giravano le scene della corte Naboo de “La minaccia fantasma”!

Alcuni utilizzano, come dicevo, il termine tableau per indicare semplicemente un’immagine, ma in realtà un tableau è un’immagine decisamente vitale, potremmo dire cinematografica, nel senso che può sembrare il fotogramma di un film, uno particolarmente vivido e coinvolgente, una scena che colpisca fortemente lo spettatore.

Sfilata di stormtrooper, non esattamente un fotogramma di Star Wars

Nel Diciannovesimo secolo si è anche diffusa una pratica, una forma di performance artistica denominata tableau vivant, anche tradotta come quadro vivente, in cui degli attori in costume si dispongono sulla scena e riproducono opere famose, perlopiù quadri, ma anche statue, restando immobili e senza parlare per tutta la durata della performance. E, ovviamente, non mancano fotografi ben felici di immortalare queste scene.

Immagini e specchi, rappresentazioni e attori. Tutti ingredienti per un’immagine di sicuro effetto, come dev’essere un tableau

Tornando al tableau fotografico “classico” (non il quadro vivente, insomma), credo che il maestro indiscusso del genere sia Jeff Wall, perciò, se sono riuscito a incuriosirvi e volete approfondire l’argomento, vi consiglio di dare un’occhiata alle opere del fotografo canadese, che non a caso dichiara di ispirarsi al realismo del diciannovesimo secolo e si autodefinisce “pittore della vita moderna“.

Ogni tanto chiedo ai miei amici di “recitare” per me

10 pensieri riguardo “Tableau

  1. le forme legate al mondo dell’immagine sono davvero infinite, la cosa che le accomuna è il senso per l’arte, intesa come espressione della bellezza al di la della location o del tema che decidiamo di trattare…
    Ottimo articolo…

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