Sguardo da manuale

Se c’è una cosa che non manca agli appassionati di fotografia è l’ampissima scelta di manuali sull’argomento, da quelli più generici a quelli prettamente specialistici. Basta dare un’occhiata alla sterminata produzione di Michael Freeman, per trovare praticamente riassunto tutto lo scibile umano sull’argomento. Oppure si può spulciare il web per trovare manuali, video e perfino podcast sulla materia. Nel mare magnum di queste pubblicazioni, oggi vorrei parlare di un volume molto bello (e un po’ caro) che ho letto un po’ di tempo fa, Educare lo sguardo di Roswell Angier, edito da Zanichelli nel 2008.

Uno sguardo allenato ci permette di cogliere le immagini che il mondo ci offre

Il manuale, che incidentalmente ha lo stesso titolo di un mio articolo di qualche tempo fa, si rivolge prettamente ai fotografi ritrattisti, promettendo loro un’introduzione alla teoria e alla pratica di questo genere fotografico. Del resto, l’autore è noto per lavori fotografici come quello sulla vita di strada nelle città periferiche lungo il confine della Riserva dei Navajo negli Stati Uniti del sud-ovest, come pure per le sue attività di insegnamento.

Possiamo scegliere un taglio particolare per i nostri ritratti, soprattutto se vogliamo rappresentare un’azione

La particolarità di questo libro consiste nell’essere un manuale, senza essere un testo tecnico, quanto in realtà una rassegna dei lavori più significativi di alcuni autori, non necessariamente tra i più noti al grande pubblico, ma anche per questo tutti da scoprire e conoscere anche per cogliere spunti interessanti per i nostri progetti.

Possiamo prendere spunto ovunque per dei ritratti

I singoli capitoli sono, tuttavia, presentati per obiettivo e tutti sono incentrati sull’importanza dello sguardo del fotografo, elemento imprescindibile di qualsiasi ritratto. Una posizione che sembrerebbe molto distante dall’idea di inconscio tecnologico di cui abbiamo parlato recentemente.

Secondo la teoria dell’inconscio tecnologico, il fotografo è quasi superfluo

Possiamo dunque, dopo un’introduzione generale sullo sguardo, affrontare, tramite le opere di specifici autori, tematiche come l’autoritratto, la scelta dell’istante, la fotografia delle persone ai margini, il voyerismo, la messa in scena e lo specchio, il fuorifuoco, l’oscurità e il flash, e il tableau. Tutto con un punto di vista interessante e stimolante: è davvero difficile non trovare tra queste pagine idee che non si abbia la voglia di correre a mettere in pratica, magari con il nostro stile personale.

Con il tempo è possibile trovare il proprio stile

Infine, non trascuriamo che il grande formato del volume ha consentito all’editore di inserire molte splendide immagini, che rendono l’opera un oggetto bello in sé, come un bel libro di fotografia che sicuramente non sfigura in una libreria ben curata, come potrebbe essere la nostra.

Prendiamoci cura della nostra libreria: può darci grandi soddisfazioni

2 pensieri riguardo “Sguardo da manuale

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