Alle volte, non c’è niente da fare, se si vuole un lavoro ben fatto o perlomeno che risponda alle proprie aspettative, occorre farselo da sè. Ciò è vero anche in fotografia. Ovviamente, trovarsi contemporaneamente davanti e dietro la macchina fotografica può creare qualche piccola difficoltà, ma nulla di insormontabile, con qualche semplice accorgimento.

Iniziamo col dire che in questo articolo non prenderemo minimamente in considerazione i selfie, in prima battuta perché ne abbiamo già discusso a sufficienza e poi perché si tratta di un genere di fotografia affine, ma diverso dall’autoritratto classico ed è su questo che vogliamo concentrarci oggi.

Perché scattare un autoritratto? Direi che i motivi possono essere i più disparati, ma fondamentalmente io ne considero quattro. Il primo è sperimentare in libertà: se vogliamo provare una nuova attrezzatura, una nuova tecnica, un nuovo schema luci e abbiamo bisogno di un soggetto, usare noi stessi ci offre il vantaggio di avere il modello sempre disponibile quando è disponibile il fotografo, senza contare che una terza persona probabilmente non avrà molta voglia di aspettare che i vostri tentativi vadano a buon fine e al termine della sessione si aspetterà delle foto ben fatte che, se state perlappunto sperimentando, potreste non essere in grado di garantire o voler ricercare.

Il secondo motivo è quello di organizzare un set senza troppe pretese, magari basato su un solo accessorio, un cappello, una riproduzione di un’arma, un trucco come dei denti finti o qualsiasi altro gadget vi capiti per le mani e che pensate possa essere usato per una foto. O anche set più complessi, cui volete dedicare tempo e per il quale pensate che posare vi comporterà meno dispendio di risorse (leggi “tempo, fatica e denaro”) di quanto ve ne costerebbe trovare una terza persona che faccia da modello (trovare la persona giusta, stabilire un compenso, spiegare bene cosa si vuole ottenere, ecc).

Il terzo motivo è prettamente artistico: l’autoritratto può fornire una diversa chiave di lettura al vostro scatto, fornire un significato alternativo, punto di vista in prima persona, rendervi sia soggetto che oggetto della vostra produzione artistica o, se vogliamo recuperare il gergo della semiotica, sia l’enunciatore che l’enunciatario del vostro testo visivo.

Il quarto motivo è che più siete bravi, più sarete fieri delle vostre fotografie, ma soprattutto meno sarete soddisfatti delle foto che vi fanno gli altri. Può sembrare un po’ presuntuoso e forse lo è, ma bisogna considerare che ogni fotografo sviluppa un suo stile, basato perlopiù sul proprio gusto personale, il che non significa che qualsiasi foto in altro stile non gli piaccia, ma è molto probabile che una che gli piaccia veramente dovrebbe avere proprio quello stile. A quel punto, l’unica soluzione è scattarsi una foto da soli, con pazienza e pianificandola esattamente come la vogliamo.

Quali sono, dunque, le regole per un buon autoritratto? Innanzitutto, quelle valide per qualsiasi ritratto: fissate un punto di ripresa che trasmetta ciò che volete trasmettere (quindi più alto o più basso del soggetto solo se volete esprimere inferiorità o superiorità), curate bene la posa, l’illuminazione e la messa a fuoco sugli occhi (a meno di non ricercare qualche effetto particolare). Questo ultimo punto può rappresentare una delle due difficoltà maggiori. Trovare la giusta messa a fuoco può non essere così semplice, non avendo il soggetto fermo davanti alla fotocamera. Innanzitutto vi consiglio di mettere un segno sul punto esatto in cui dovete posizionarvi per lo scatto. La macchina fotografica sarà fissa su cavalletto (o equivalente), quindi potrete misurare la distanza effettiva tra piano di fuoco e soggetto. Questo vi porta due possibili soluzioni: usare la messa a fuoco manuale, impostando la distanza misurata oppure, se ne avete a disposizione, mettere a fuoco automaticamente su un assistente o su un oggetto posto momentaneamente dove andrete a porvi voi in fase di scatto (e disattivare l’autofocus subito dopo averlo fatto, altrimenti, quando andate a scattare, la macchina proverà a rimettere a fuoco, vanificando quanto fatto prima).

La seconda difficoltà è quella di correre a mettersi in posa, dopo aver premuto il tasto di scatto. Questa difficoltà è facilmente aggirabile se utilizzate un comando remoto (telecomando o cavo), ma, se non ne avete disponibili o temete che possa vedersi nell’immagine finale, l’unica soluzione è usare l’autoscatto, quindi, una volta premuto il tasto di scatto avete pochi secondi per correre al punto di posa. Intanto quel segno da piazzare proprio dove andrete a mettervi vi aiuta anche in questo: mettersi nel punto giusto, alla giusta distanza e ben a fuoco. Ovviamente il segno non deve compromettere l’immagine finale, quindi niente di troppo vistoso. Potete anche sfruttare elementi già presenti sulla scena, come la trama della pavimentazione, un ciuffo d’erba o un sasso. Altrimenti un pezzetto di nastro adesivo può andare più che bene e, anche se dovesse vedersi, sarà facile da elminare in post-produzione.

Quello che sicuramente vi mancherà è qualcuno che verifichi la posa prima dello scatto. Per questo è probabile che dobbiate fare più prove per essere certi di essere nella posizione giusta, ben a fuoco nell’inquadratura, ma, se scattate in digitale, qualche prova in più può non essere un gran danno. Se poi state utilizzando una fotocamera con schermo orientabile di 180°, potete usare il live-view per visualizzare l’inquadratura prima dello scatto. In alternativa, con la giusta attrezzatura potete usare un computer per scattare in tethering (cioè “incatenando” i dispositivi, in modo che l’immagine sia subito mostrata sullo schermo del computer), usando sempre un meccanismo di live-view.

Ora non vi resta che provare a divertivi, magari organizzando un bel set domestico con voi come protagonisti. Un buon autoritratto sarà anche un buon modo per mostrare al mondo come vi vedete e chissà che non impariate qualcosa su voi stessi che ancora non sapete? Io, per esempio, ho appena notato che in questo articolo ho inserito solo foto in bianco e nero: cosa vorrà dire?

sono proprio tutte le tecniche che uso anche io nei pochi autoscatti che mi faccio. Una volta amavo di più stare davanti all’obiettivo, ora preferisco farci stare la natura, ma le tecniche che hai usato sono proprio quelle che uso da anni.
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