Alcune persone mi chiedono come possono migliorare i loro “scatti quotidiani“, come le foto di famiglia o il tramonto che stanno guardando, e io rispondo sempre con le solite tre parole: regole di composizione. Questo, però, quasi sempre spaventa i meno esperti, che pensano a qualcosa di astruso e complicato, invece basta un soggetto semplice, come un gatto che si intrufola nel proprio giardino, per impararne e metterne in pratica diverse con poca fatica.

Regola dei terzi
La regola dei terzi è quella che prescrive di dividere il frame in nove riquadri di uguali dimensioni e porre il soggetto all’incrocio di questi riquadri o sulla linea divisoria tra essi.

La regola nella sua intepretazione più semplice avrebbe richiesto che io mettessi il musetto di Melody all’incrocio tra le linee in alto a sinistra, per sfruttare il suo corpo come una diagonale fino all’incrocio in basso a destra. Io, invece, ne ho scelto un’interpretazione un po’ diversa: la mia idea era quella di lasciare che cinque dei nove riquadri formassero una “L” che incorniciasse su due lati, con una dominante chiara, gli altri quattro, che rappresentano un rettangolo con dominante scura. Forse non è l’interpretazione migliore della regola, ma ciò che mi premeva era sfruttarla, pur aggiungendo qualcosa di personale e meno scontato.
Diagonali
Sfruttare le diagonali è un metodo semplice per conferire dinamismo alle foto. L’occhio umano cerca le diagonali, in particolare quella che segue la nostra direzione di lettura (dall’alto a sinistra in basso a destra, nel mondo occidentale) e il creare un ovvio percorso di lettura spinge l’occhio a seguirlo ed esaminare più a fondo la foto.

La composizione creata con la regola dei terzi non mi ha permesso di accostare la linea formata dal corpo di Melody precisamente sulla diagonale del frame, ma questo non è fondamentale: l’importante è tracciare la netta diagonale di lettura.
Essa è inoltre accentuata dalla tramatura sullo sfondo, benché negli angoli questa divisione sia imperfetta.
Tessitura
Una tessitura (o trama o texture) è una ripetizione di un motivo morfologico e/o cromatico che forma schemi più o meno regolari gradevoli all’occhio umano.

Ho accentuato la suddivisione dell’immagine in aree diverse sfruttando la tessitura delle varie zone. La particolarità sta nel fatto che, così come la scena presenta due differenti trame, una chiara quasi neutra ed una scura molto fitta e intricata, così anche il manto della gatta ha due aree ben distinte con tali caratteristiche e tali aree vanno a sovrapporsi abbastanza fedelmente a quelle analoghe sulla scena.
Monocromia
La monocromia è quella tecnica fotografica che consiste nell’utilizzare un solo colore, in tutte le sue sfumature e gradazioni, in una data immagine. Tale colore può essere il grigio usato nel bianco e nero o la tonalità seppia tipica delle foto d’epoca.

Nella foto di esempio, ho usato il bianco e nero che, oltre ad accentuare lo sguardo tutt’altro che amichevole di Melody, rendeva meno evidente la differenza tra le tramature dell’erba rampicante sullo sfondo e il manto della gatta, così come rendeva più simili il grigio del pavimento e il bianco sporco del muro e della pelliccia.

Abbiamo quindi visto come uno scatto semplice, che possiamo fare tutti i giorni senza alcuna programmazione, può essere reso più accattivante con un po’ di studio e di pratica di semplicissime regole alla portata di chiunque.
5 pensieri riguardo “Composizione applicata ai gatti”