Come dice Machiavelli

Al liceo rimasi affascinato dalla figura di Machiavelli. Sarà perché spesso è stato frainteso o volutamente vilipeso, ma penso che valga la pena tenere sempre a mente quello che nella sua opera più famosa scriveva all’aspirante principe di turno: per avere successo, occorre che la vita ci dia delle occasioni e che noi siamo bravi a coglierle. Quindi di opportunità e abilità ora parleremo.

Troviamo il modo di lasciare il segno

Magari non a tutti capita di essere nato in una famiglia che fornisce scenografie all’industria del cinema, quindi a stretto contatto con quel mondo, come è capitato a Herb Ritts, ma di sicuro il fotografo di Los Angeles è stato bravissimo a sfruttare quei contatti e mettere in mostra il suo talento. Noi nel nostro piccolo dobbiamo afferrare ciò che ci capita. Quando a me fu chiesto di occuparmi di fotografia sportiva, avevo come esperienza solo una gara di dressage e un paio di incontri di pugilato fotografati per mio diletto: non si può dire che fosse l’opportunità che stavo aspettando, ma l’ho colta e tutt’oggi ne sono entusiasta.

Prime remote esperienze di fotografia sportiva, che finivano inevitabilmente per tendere al ritratto

Questo, però, non significa stare in attesa che prima o poi piova qualcosa dal cielo: fortuna audaces iuvat. Quindi bisogna creare un proprio brand personale e venderlo (qualcuno ha detto marketing?). Può sembrare difficile e costoso e in effetti a certi livelli lo è, ma possiamo comunque mettere in atto una serie di accorgimenti atti a migliorare le nostre possibilità.

Non è facile stagliarsi dal panorama fotografico

Possiamo cercare di aumentare la nostra visibilità sui social; per esempio, un gran numero di follower su Instagram permette discreti guadagni, ma è un cane che si morde la coda: per avere tanti follower, bisogna che si parli dei nostri lavori. Per questo potremmo avere un colpo di fortuna e una delle nostre foto potrebbe essere notata dalla persona giusta. Da ragazzo cercavo a tutti i costi di far comparire una mia foto sulla vetrina Flickr, così, per orgoglio personale e, magari, sperando che qualcuno di importante la notasse. Per inciso, ci sono riuscito diverso tempo dopo averci provato e comunque il più delle volte le mie foto che finiscono in vetrina non sono le mie preferite.

Non è proprio questo il senso del mettersi in vetrina come fotografo

E, se Instagram e Flickr sono ottimi per mettere in mostra le nostre foto, non dimentichiamo il social network LinkedIn, dove milioni di professionisti cercano e offrono lavoro. Potremmo creare un profilo, specificando che stiamo cercando lavoro e quale, e trovare aziende che offrono lavoro a fotografi, frequentando gruppi specifici sull’argomento, interagendo con gli altri membri, partecipando alle discussioni e mostrando la nostra competenza. Potremmo perfino scoprire delle nuove nicchie di mercato in cui i professionisti scarseggiano.

Fotografare la musica, per esempio, non è molto comune

L’importante è, sempre e comunque, social o no, presentarsi bene, preparando un portfolio adatto allo scopo. Una collezione di foto stampate da presentare ai colloqui o una presentazione video da caricare sui social e sul proprio sito web, tenendo bene a mente il nostro target. Ciò che si mostra dev’essere mirato al cliente, quindi evitiamo di mostrare paesaggi al titolare di una ditta di makeup che cerca un fotografo pubblicitario. Alle volte, essere bravi in qualcosa non garantisce di essere bravi in tutti i campi, basti pensare al polverone sollevato dal lavoro di Letizia Battaglia (non certo l’ultima arrivata) per Lamborghini.

Nel caso delle supercar, il budget a disposizione per la pubblicità non è trascurabile

Partecipare a concorsi fotografici, certo, ma possibilmente anche a mostre e fiere di settore. Incontrare de visu i potenziali clienti, discutere con loro delle nostre idee, mostrare di conoscere la loro azienda e i loro prodotti o servizi aiuterà a creare un contesto comune in cui muoversi. Insomma, molto meglio di un freddo colloquio aziendale per conoscere e farsi conoscere. Portiamo con noi dei biglietti da visita da lasciare ai contatti che raccogliamo, con una giusta immagine che rappresenti il nostro lavoro. Conosco un fotografo che ne ha diversi, ognuno con un’immagine adatta alla nicchia di mercato di cui fa parte il potenziale cliente.

Come fotografi di sport, possiamo estendere il nostro interesse a ciò che va oltre gli eventi sportivi

Cosa che potremmo fare anche per il nostro sito web. Invece di uno generico con tutto il nostro portfolio, potremmo crearne diversi. Per esempio, se ci volessimo proporre come ritrattisti per famiglie e come fotografi di architettura, potremmo creare due siti distinti cui indirizzare i potenziali clienti.

Dato il boom del fenomeno Cosplay, non mancano fotografi che si specializzano su tali soggetti

Non trascuriamo il tempo a nostra disposizione. Potenziali clienti spesso sono indaffarati e, soprattutto se non ci hanno cercato loro, potrebbero non dedicare molto tempo alle nostre email e presentazioni, quindi cerchiamo di essere brevi ed efficaci nella nostra comunicazione scritta e verbale. Mostriamoci competenti non solo nel lavoro, ma anche del settore in cui opera il potenziale cliente, meglio ancora della sua specifica azienda o di alcuni suoi lavori. Il portfolio, come dicevo, sia conciso e mirato, cerchiamo di fare colpo, ma con stile: ho visto la presentazione di un fotografo che si presentava come “dream designer” e credo che fosse un po’ troppo sopra le righe, ma non c’è male a proporsi come personal brander a utenti che cercano un fotografo che li aiuti a migliorare la loro immagine.

Dobbiamo costruire un’immagine integra di noi stessi, prima di proporci come personal brander per altri

E, se poi non rispondono alle nostre email, proviamo a chiamare dopo un paio di giorni e chiedere se l’hanno ricevuta: è un altro modo per stabilire un contatto e chiedere un colloquio dal vivo. Qualora ci concedessero un appuntamento, ricordiamo che non avremo molto tempo a disposizione, quindi portiamo un’idea di progetto che vorremmo realizzare per loro, mostrando ciò che del nostro archivio (o al limite nel web) più si avvicina al risultato finale che vogliamo ottenere. A tal proposito, non trascurate l’aspetto economico del progetto. Dovete avere ben in mente quanto costerà il progetto e quanto contate di incassare. Potremmo chiedere al potenziale committente quanto pensa di pagare, ma, se non siamo soddisfatti, pensiamoci bene prima di accettare: se ci svendiamo una volta, il cliente potrebbe aspettarsi che lo facciamo sempre.

Pensiamo bene alla nostra strategia

In caso il contatto (telematico, telefonico o personale) non dovesse avere esito positivo, cerchiamo di capire cosa è andato storto per fare esperienza e non ripetere lo stesso errore in futuro. Quando si tratta di relazioni interpersonali, sono sempre possibili frizioni a livello empatico, quanto professionale, quindi non trascurate di presentarvi anche a livello umano nel modo adeguato. Alcuni fotografi spediscono ai potenziali clienti dei piccoli fotolibri omaggio: è un modo per ingraziarseli e mostrare allo stesso tempo il proprio portfolio.

Cerchiamo di essere assertivi e professionali nei nostri colloqui

Infine, non trascuriamo la migliore strategia di marketing di tutte: fare sempre un ottimo lavoro, quando ne abbiamo la possibilità. Il cliente soddisfatto, non solo tornerà da noi, ma parlerà con entusiasmo di noi e spargerà la voce tra altri potenziali clienti. E, quando dico di fare un ottimo lavoro, non intendo solo ben fatto, insomma di realizzare belle foto, ma anche di essere precisi e puntuali con le scadenze, ponendoci in modo corretto e centrando tutti gli obiettivi previsti.

Facciamo in modo che si sparga la voce

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