Non ci vuole poi molto a decidere di dare inizio a una serie. Portarla a compimento, però, e tutto un altro paio di maniche. Occorrono resistenza, perseveranza, se vogliamo, anche testardaggine. Ma, più umanamente, direi impegno. Sia che si tratti di spulciare per bene il nostro archivio, sia che decidiamo di mettere in piedi lunghe sessioni (almeno una) di scatto, sia che decidiamo di scattare fotografie per giorni e giorni, ottenendo centinaia di immagini, per poi sceglierne una decina.

D’altro canto, dedicarsi alla fotografia seriale è anche un modo per impegnarci a scattare, soprattutto se diamo il via a uno di quei progetti del tipo “Una foto al giorno“, e trovare spunti diversi dal solito. L’importante è non scattare tanto per scattare e, in questo modo, rinunciare alla qualità delle nostre immagini, per poco tempo a disposizione o perdita di interesse. È importante dunque definire bene i criteri, il tema e i vincoli della serie, anche tenendo in conto i nostri impegni e i nostri interessi, per essere certi di avere il tempo di concludere il nostro lavoro e non annoiarsi nel realizzarlo. Insomma, restare coerenti e non fallire.

Ciò non significa vivere (fotograficamente parlando, ovviamente) solo per la serie e lasciar perdere altre buone occasioni, perché le immagini che offre non sono in linea con la serie. Magari ci troviamo di fronte a una scena da riprendere che ci porti a rivedere il metodo applicato alla serie, perché, per esempio, richiede un diverso approccio nella composizione.

Insomma la nostra fotografia influenzerà la serie e la serie influenzerà la nostra fotografia, probabilmente. Per esempio, possiamo essere abituati a sfruttare la regola dei terzi e mettere il soggetto sempre in basso a destra nell’inquadratura, ma, in una serie, potremmo scattare tre diverse fotografie di un soggetto, posizionandolo prima in alto a sinistra, poi al centro e poi in basso a destra, per creare una mini-serie in cui lo stesso soggetto dia l’idea del movimento. L’importante è che il prodotto finale sia coerente.

Per esempio, la serie ci dà la possibilità di esplicitare un messaggio, per esempio, un racconto, in più immagini. Ciò ci dà più spazio per esprimerci, ma rende anche più facile andare fuori tema o essere troppo prolissi. Tenete anche conto del cambio di significato che una fotografia può assumere, se estrapolata da una serie. Potremmo avere una serie sui predatori, con foto di felini, rapaci e altri carnivori a caccia, da cui estrapoliamo una singola fotografia di un giaguaro che si aggira per la foresta, fotografia che, senza alcun riferimento alla serie, diventa un semplice ritratto del felino.

E cosa accade, se decidiamo di lavorare a più serie contemporaneamente? A quali problemi potremmo trovarci davanti? Potrebbe capitare di fare un po’ di confusione e scattare foto col tema di una serie, ma la tecnica di un’altra. Oppure uscire con l’attrezzatura sbagliata, essendoci preparati per una serie, ma volendo poi scattare per un’altra. Nessun problema insormontabile, dunque, niente che non si possa prevenire con una buona pianificazione.

Infine, nelle serie realizzate per strada, occorre un buon occhio per identificare nella folla i soggetti che stiamo cercando, soggetti che potrebbero muoversi in modo casuale, o apparente tale. Sappiamo come appostarci e attendere il momento propizio. Come sappiamo bene quanta attenzione dobbiamo porre alla privacy dei nostri soggetti. Non possiamo fotografare chi non vuole essere ripreso, quindi chi non ci concede un esplicito e volontario consenso, meglio se accompagnato da una liberatoria.
