Ci troviamo in giro a passeggiare e a un tratto ci si propone davanti agli occhi una bella scena. Noi d’altro canto abbiamo sempre con noi la nostra macchina fotografica e abbiamo i riflessi ben allenati, quindi non ci lasciamo scappare un ottimo scatto. La domanda che dobbiamo porci è: abbiamo portato a casa una bella fotografia o abbiamo dato inizio a una serie? E, in questo secondo caso, come possiamo portarla avanti efficacemente?

UNICA SESSIONE
La prima opzione è quella di organizzare un’unica sessione di lavoro. Ci troviamo sul luogo del “delitto”? Valutiamo la possibilità che altre manifestazioni del soggetto della nostra serie si ripresenti e ci consenta di dedicarci a esso. Manteniamo, dunque, una sola unità di tempo, luogo e azione. Oltre che trovarla casualmente, una simile serie può anche essere progettata: una serie in una sola sessione, per esempio, per un viaggio o un evento come un concerto o uno spettacolo.

Organizzata o meno, la serie in un’unica sessione richiede rapidità di pensiero e di azione. Dobbiamo stabilire quanti referenti, cioè elementi visivamente interessanti, abbiamo a disposizione e se sono sufficienti per la nostra serie (quanto sarà lunga?) e dobbiamo avere sotto mano anche l’attrezzatura giusta. Probabilmente, viaggeremo leggeri e punteremo sull’uniformità di formati e focali, per una serie di respiro più corto.

Sì, presumibilmente una serie realizzata in una singola sessione non sarà composta di decine e decine di scatti, quindi dobbiamo tenere sotto controllo tanto il numero di immagini, quanto il tempo a disposizione. Nulla vieta di scattare qualche foto in più, per scegliere poi con calma, anzi, può essere molto utile, ma senza esagerare. Se la serie ci sta sfuggendo di mano, proviamo a restringere i vincoli che ci siamo imposti, se, invece, non riusciamo a realizzare un numero significativo di immagini, proviamo a rilassarli.

In generale, teniamo a mente che forse (dipende dalle circostanze) avremo possibilità di tornare a scattare e proseguire la nostra serie, ma ciò contrasta col nostro proposito iniziale dell’unica sessione, forse dovuto a precise condizioni dell’ambiente (un evento che non si ripeterà, la nostra impossibilità di tornare, ecc.) o nostre (una predisposizione mentale ben precisa).

FOTOGRAFIA CASUALE
Tornando al caso della nostra introduzione, parliamo ancora di fotografie casuali. Non solo nel momento e luogo dello scatto, ma anche a distanza di diverso tempo possiamo trovarci davanti un’immagine con lo stesso soggetto (anche con referenti diversi) e farci decidere di lavorare su una serie, partendo da queste due foto. Una serie così può durare molto a lungo ed essere costruita solo con immagini scattate in situazioni casuali, senza andare a cercarle, oppure catturarci, facendoci decidere di dedicarci a essa e concludersi in tempi brevi. In entrambi i casi, non ci sarà una vera pianificazione iniziale, che, però, andrà definendosi in un tempo che va dall’immediatezza successiva al primo scatto all’intera durata della serie.

Se la prima foto che abbiamo scattato ci è rimasta impressa, se ne abbiamo scattata un’altra simile, questo può voler dire che il soggetto ripreso ci stuzzica e può valere la pena approfondirlo e continuare a trattarlo nel nostro lavoro. Ancor di più se il soggetto è inusuale, quindi più difficile da reperire. Ciò richiederà più impegno da parte nostra, ma, d’altro canto, renderà più evidente cosa rende quell’insieme di foto una serie, anche con pochi scatti. Per esempio, fotografando sempre paesaggi, potremmo trovarci un giorno con alcune fotografie di arcobaleni o altri elementi (soggetto, trame, colori, ecc.) che ne fanno una serie, ma, per renderla tale, occorrerà isolarle dal mucchio e dare peso, anche con una didascalia o un titolo, a tali referenti.

DAL NOSTRO ARCHIVIO
Tenere in ordine il nostro archivio è dunque fondamentale, non solo perché dobbiamo poter avere a disposizione le nostre fotografie sempre e comunque, ma anche perché, nel caso decidessimo di realizzare una serie, dobbiamo poter selezionare le foto rapidamente e sarebbe davvero troppo oneroso dover visionare le immagini una per una, senza alcun criterio di ricerca. Insomma, per mettere insieme una serie a partire dalle foto del nostro archivio, dobbiamo prima trovarle. E, nel caso in cui volessimo lavorare su più serie contemporaneamente, sarà ancora più importante poterle ordinare in base al criterio scelto per la serie.

Anzi, potremmo cominciare proprio spulciando il nostro archivio, senza un’idea precisa. Quando troviamo una foto interessante, iniziamo a cercare altre foto con la stessa caratteristica che la rende così intrigante. Un’immagine potrebbe essere accattivante per diversi motivi, che potrebbero fungere da tema per più di una serie, quindi l’immagine stessa può essere inclusa in serie diverse. D’altro canto, fotografie molto diverse tra loro, per tempo e luogo di scatto, attrezzatura, tecnica e inquadratura, possono in realtà racchiudere diverse connessioni e darvi uno spunto per una serie.

D’altro canto, se selezioniamo delle foto, tra cui ce ne sono alcune che non si sposano con il tema della serie, ma sono particolarmente interessanti, possiamo valutare se sia il caso di ridefinirlo ed estenderlo in modo da includere le nuove immagini, stando, però, attenti a non forzare o snaturare il nostro progetto. Così come, se la selezione di foto non contiene un numero a nostro avviso sufficiente di foto, possiamo decidere di scattarne altre, a patto di avere tempo, voglia e occasione: le condizioni in cui avete scattato le immagini originali potrebbero non essere più disponibili.

Un pensiero riguardo “La nostra prima serie – Parte 2”