Sappiamo cos’è la street photography e conosciamo le tecniche di base. Vediamo ora come sviluppare la nostra abilità sul campo e muoverci nel rispetto della sicurezza propria e degli altri.

Nel mio ultimo articolo sull’argomento ho accennato all’importanza della progettualità nella street photography, cercando di dare anche qualche spunto di partenza per mettere in piedi uno o più progetti su cui lavorare. State tuttavia attenti a non limitare voi stessi e la vostra creatività: un progetto da seguire è utile per concentrarsi e porsi degli obiettivi, ma non deve lasciare che vi sfuggano degli ottimi scatti, perché non rientrano nel vostro progetto.
Ogni uscita deve essere pianificata, ma pianificare significa anche semplicemente studiare il luogo in cui si intende andare, cercare sul web foto del posto e articoli sui punti di interesse, acquistare una guida turistica, per sapere in anticipo a cosa ci troveremo di fronte e come riprenderlo al meglio. E, oltre che la meta, non trascurate il viaggio: cosa vedrete lungo il tragitto fino a destinazione? Siate pronti a foto inaspettate, magari anche migliori di quelle che avevate pianificato.
Alle volte le vostre aspettative possono essere il maggiore intralcio alla crescita della vostra passione per la fotografia. Ogni uscita fotografica potrebbe portarvi a non più di 3-4 belle fotografie e lo stesso Ansel Adams considerava un’ottima annata quella in cui riusciva a realizzare una dozzina di buone foto.

A questo punto avrete bisogno di spirito di osservazione. Un fotografo non può accontentarsi di guardare: deve vedere. Deve sapere prima come verrà uno scatto e deve prevedere che una determinata immagine sta per comporsi davanti ai suoi occhi. Se il vostro intuito vi suggerisce di guardare cosa c’è dietro un angolo, dategli ascolto. Esplorate con calma la zona, senza lasciare imbattuta alcuna strada laterale. Osservate con discrezione le persone e cercate di imparare a riconoscere il linguaggio del corpo: un uomo, nel salutare una donna che gli va incontro ha alzato le sopracciglia? Vuol dire che è particolarmente contento di vederla e forse sta per abbracciarla o baciarla. Due persone parlano e una di loro punta un piede in direzione di una porta, probabilmente non vede l’ora che quella conversazione finisca per andare da quella parte. L’altro nel parlare dilata le narici? Vuol dire che è a dir poco infastidito. Un buon libro di Paul Ekmann o Joe Navarro possono darvi alcuni semplici rudimenti di psicologia comportamentale, ma non serve essere un profondo conoscitore dell’animo umano per riconoscere una persona arrabbiata, che forse non è il caso di infastidire con la macchina fotografica. E poi, se vi interessa la street photography, è altamente probabile che il vostro interesse ricada soprattutto sulle persone.

Molto spesso le persone non baderanno a voi, quindi concentratevi principalmente su ciò che vi sta intorno, eliminando inutili distrazioni, come il cellulare, ma in alcuni casi può essere utile mimetizzarsi o scattare dal fianco: con un po’ di pratica si riescono a ottenere buoni risultati, ma, se doveste avere difficoltà, almeno inizialmente, potete sfruttare una fotocamera con display orientabile, tenendola ad altezza del petto: chi vi vedrà armeggiare, penserà che state controllando le impostazioni o rivedendo le immagini già scattate.

A proposito: non perdete troppo tempo a rivedere gli scatti dopo averli realizzati: un soggetto in strada il più delle volte non vi darà una seconda occasione di essere ripreso, quindi perché sottrarre tempo e attenzione alla strada, quando ormai non avete più possibilità di porre rimedio a un eventuale errore?

Per passare inosservati, passeggiate lentamente, mostrandovi distratti, o state completamente immobili, magari appoggiati a un muro o seduti al tavolino di un bar. Vi consiglio in generale di evitare il contatto visivo con i soggetti, che potrebbero cambiare atteggiamento nel notarvi, magari per imbarazzo o perché proprio non vogliono essere fotografati, motivo per cui vi consiglio di evitare di guardarli anche dopo lo scatto: se sono permalosi, potrebbero avere da ridire, in modo anche veemente. Per evitare tutto ciò, potreste far finta di voler fotografare un punto lontano, alle spalle del vostro soggetto, per esempio, inquadrando un punto in cui il soggetto sta per passare, invece che lui direttamente, o sfruttando un obiettivo grandangolare per inquadrarlo piazzandolo su un lato del frame. In ogni caso, un buono stratagemma è quello di continuare a inquadrare allo stesso modo anche dopo lo scatto, come se steste aspettando che il soggetto esca dall’inquadratura per scattare.
Oppure, fate l’esatto contrario, cioè inquadrate solo all’ultimo momento e scattate velocemente, molto velocemente. Tenete la fotocamera a portata di mano, mai chiusa nello zaino e spenta, evitate che vada in stand by, disattivando la funzione o premendo il tasto di scatto di tanto in tanto per “svegliarla” e, se possibile, impostatela in modalità silenziosa.

Tutti questi accorgimenti vi serviranno per evitare spiacevoli scontri con persone che non vogliono essere fotografate: benché la legge in Italia non vi vieti di scattare foto in pubblico, c’è chi potrebbe risentirsi e, per esempio, chiedervi di cancellare la foto. Non siete obbligati a farlo, ma, per esempio, se avete ripreso un’azione criminale e c’è pericolo che ne vada della vostra incolumità…

Questi comunque sono casi estremi. Il più delle volte, come vi ho già detto, nessuno baderà a voi e negli altri casi la massima reazione che causerete sarà curiosità. Se qualcuno vi soprende mentre lo state fotografando, quindi, il mio consiglio è di sorridere, ringraziare e proseguire oltre, dando al soggetto appena il tempo di restituirvi il sorriso, ed evitando che ne abbia per chiedervi alcunché, come, appunto, cancellare la foto. Se non riuscite a dileguarvi, spiegate con calma e buona educazione che state lavorando a un progetto e che avete scelto quel ritratto perché è perfetto per esso: il più delle volte il vostro soggetto ne sarà lusingato.
Se ancora non riuscite a vincere la vostra paura, provate a compiere il seguente percorso a step, magari portando con voi un amico (vi farà sentire molto più sicuri). Organizzate una prima uscita con un’ottica lunga, che vi consenta di scattare da lontano, anche se vi porterà a perdere nitidezza dello sfondo e campo sufficiente a contestualizzare le azioni dei soggetti (chi stava salutando, cosa stava guardando quella persona?): una semplice esercitazione, il cui scopo non è ottenere belle foto, ma dimestichezza. Dopodiché organizzatene un’altra, cercando di aumentare il livello di difficoltà, con un’ottica più corta, per esempio, come un 50mm, prima di arrivare al grandangolo più consono alla fotografia di strada. Altre tappe intermedie possono prevedere uscite in cui fotografate solo persone di spalle o di lato, oppure in cui provate a scattare tenendo la macchina di lato, con messa a fuoco a zona. Il fine ultimo sarà riuscire a realizzare una serie di ritratti “discreti” di estranei incontrati per strada.

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