Può sembrare tanto ovvio da scivolare nel banale, ma vi assicuro che non è così: un bravo fotografo deve essere innanzitutto un buon osservatore. Allenarsi a osservare, vi renderà fotografi migliori, così come la pratica fotografica migliorerà la vostra capacità di osservazione: alcuni miei amici, che pure mi conoscono da anni, ancora si stupiscono delle cose che noto. L’importante è educare lo sguardo all’osservazione.

Educare lo sguardo significa fondamentalmente esercitarsi. Molti street photographer, per esempio, si siedono al tavolino di un bar e osservano le persone davanti a loro, senza scattare, semplicemente analizzando il comportamento delle persone che passano e imparando a prevederne i movimenti. Anche se la fotografia di strada non è la vostra preferita, questo resta un buon esempio di ciò che intendo.

Liberatevi dai pregiudizi, vostri e dei vostri soggetti, quando si tratta di persone. Un albero spoglio, un palazzo abbandonato, una pozzanghera: qualsiasi soggetto, se analizzato e osservato senza preconcetti, può rivelarsi ottimo per una fotografia. Il difficile è, casomai, estrarlo dal caos che lo circonda, isolarlo e vederlo, anzi prevederlo, come la foto che scatterete e appunto questo è l’allenamento in cui dovete perseverare.

Nelle ritrattistica talvolta vi troverete ad affrontare anche il pregiudizio dei vostri soggetti: “Non sono bello”, “In fotografia vengo sempre male”, “Ma poi la ritocchi con

photoshop, vero?” sono forse le domande che più spesso si sente rivolgere un ritrattista, quando chiede a qualcuno se può scattargli una foto. La verità è che molte di queste persone non sono mai state fotografate in modo adeguato e poche cose mi danno soddisfazione come lo sguardo sorpreso e felice di queste persone, quando vedono la fotografia che ho scattato loro.
Evitate anche di fossilizzarvi su un singolo tipo di soggetto o un singolo ambito fotografico. Certo, fotografare ciò che più ci piace è importante e aiuta a coltivare la nostra passione, evitare che affievolisca a causa del disinteresse, ma, a parte il fatto che specializzarsi è bene, ma avere una conoscenza più ampia dell’ambito che ci interessa è meglio, anche perché ci permette variazioni interessanti e ci mette in grado di approfondire tecniche diverse, adattarsi a ciò che si ha di fronte, al contesto in cui ci si trova, permette quello sviluppo dello sguardo di cui sto parlando.
Quindi studiate, frequentate corsi, leggete articoli e manuali, cercate di procurarvi della buona attrezzatura e imparate a conoscerla, ma soprattutto scattate, scattate, scattate, che non significa premere il tasto in continuazione, senza criterio, ma scegliendo bene un soggetto, inquadrandolo come più vi piace e poi rappresentandolo come lo avete nella vostra mente. Non limitatevi alla caccia del soggetto perfetto, esotico, pieno di colori o universalmente riconosciuto come un ottimo soggetto: creare nella vostra mente un’immagine con le giuste forme, i giusti colori e il giusto contrasto a partire da ciò che avete davanti agli occhi, questo è il segreto.

Non sarà facile e all’inizio sarà frustrante. Io, che non sono certo il fotografo migliore del mondo, ancora oggi guardo le foto che ho scattato anni fa e mi vengono i brividi e così sarà per voi, deve essere così! Vorrà dire che i vostri sforzi hanno prodotto i risultati sperati, che siete migliorati come fotografi e come osservatori.

E adesso andate a prendere la vostra macchina fotografica. Buona fortuna!
su questo direi che siamo sulla stessa lunghezza d’onda, anch’io amo vedere le fotografie ancor prima di scattare, e anche quando non ho la macchina fotografica con me osservo il mondo per immagini, visualizzando ogni minima espressione. Il bello della fotografia è anche questo, sentirla dentro, in ogni momento.
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