Abbiamo in passato visto come quello che da molti è considerato il social network fotografico per eccellenza può essere utilizzato da fotografi professionisti almeno come vetrina. Certo, su Instagram ormai da tempo c’è una vera e propria emorragia di immagini e altri portali come Flickr (secondo me migliore) hanno meno attrattiva, quindi possiamo provare qualcosa per rendere il nostro profilo meno convenzionale, per esempio, possiamo fare a pezzi le immagini.

La cosa, è bene metterlo subito in chiaro, non è proprio originalissima: possiamo trovare profili gestiti in questo modo da già da un po’ e, del resto, avevamo sfiorato l’argomento in passato. L’idea di base ruota intorno al numero tre. Instagram, infatti, organizza le nostre immagini presentandole sul nostro profilo in file di tre, quindi, il trucco è suddividere ogni fotografia in una o più file di tre immagini perfettamente quadrate.

Può sembrare complicato, come procedimento, e forse lo sarebbe, facendolo a mano libera. Per fortuna i software per l’elaborazione delle immagini ci vengono incontro. Per esempio, possiamo utilizzare il nostro amico gratuito The GIMP, e in particolare il suo strumento chiamato Guide
, nel menù Immagine
. Vediamo, per esempio, come utilizzare le guide percentuali su un’immagine in formato 3:2.

Le guide sono delle linee di aiuto per eseguire modifiche all’immagine: non sono realmente tracciate sulle immagini, ma visualizzate dall’utente che la sta elaborando, come le linee guida sul mirino delle fotocamere che riproducono la griglia per la regola dei terzi.

Abbiamo quindi un’immagine larga tre unità e alta due di quelle stesse unità, ciò significa che possiamo dividerla in due file di tre quadrati perfetti, per un totale di sei piccoli quadrati. Quello che dobbiamo fare è inserire una guida con direzione orizzontale e posizione al 50% e due con direzione verticale e posizione rispettivamente al 33,33% e 66,66%.

Ora possiamo procedere con la suddivisione dell’immagine vera e propria, utilizzando un’altra apposita funzione di The GIMP, Dividi usando le guide
, sempre nel menù Immagine
. In questo modo il software crea sei nuove immagini, una per ogni riquadro, nominandole con lo stesso nome del file originario, aggiungendo alla fine numero di riga e di colonna, separati da trattino.

Dividi usando le guide
Io, personalmente, preferisco esportare le immagini create rinominandole con il solo numero di ordine in base al quale saranno caricate su Instagram. È importante, infatti, caricare le immagini nell’ordine corretto: un post per ogni immagine, partendo dall’angolo in basso a destra, per poi scorrere tutta la riga verso sinistra e poi fare lo stesso con la riga superiore.

Una volta ottenute le singole immagini, non resta che caricarle, avendo cura di inserire una descrizione, una località e qualsiasi altra cosa vogliamo aggiungere a ciascuna di esse. Probabilmente, tratteremo ogni singola immagine allo stesso modo, ma potremmo anche non farlo, rischiando, però, di avere target diversi per i vari pezzi dell’immagine.

Ovviamente, non tutte le immagini sono facilmente divisibili in serie di tre quadrati. Pensiamo, per esempio, a un’immagine in formato 4:3. Possiamo dividerla in righe di quattro quadrati, ma dividendola in tre, non avremo modo da avere una serie di quadrati adatta a Instagram e questo farà sì che le anteprime delle immagini sul nostro profilo saranno ritagliate, rendendo inintelligibile l’immagine generale. In questi casi, l’unica possibilità è ritagliare l’immagine in un formato diverso.

I formati più semplici da gestire sono:
- Formato 1:1 (quadrato), suddivisibile in nove quadrati (tre righe da tre immagini ciascuna)
- Formato 3:2 (orizzontale), suddivisibile in sei quadrati (due righe da tre immagini ciascuna)
- Formato 3:1 (super-panoramico), suddivisibile in tre quadrati (una riga da tre immagini ciascuna)
- Formato 3:4 (verticale), suddivisibile in dodici quadrati (quattro righe da tre immagini ciascuna)

Certo, tutto questo ha anche degli svantaggi. Oltre al fatto che tutte le immagini devono essere elaborate, perdendo completamente lo spirito “instant” della piattaforma, dobbiamo anche mettere in conto che la visione d’insieme del profilo ne guadagna, ma la singola immagine potrebbe non essere particolarmente accattivante e quindi perderemmo possibili follower che potrebbero imbattervisi, esplorando la home.

Inoltre, se siamo interessati ai “like”, dobbiamo mettere in conto anche che questi potrebbero disperdersi tra i singoli riquadri: difficilmente gli altri utenti si soffermeranno ad aprire i singoli riquadri per manifestare il loro apprezzamento su ciascuno di essi.

Consideriamo poi che, una volta intrapresa questa strada, sarà un po’ complicato tornare indietro. Questo perché, una volta riempito il nostro profilo con serie di tre o multipli di tre, inserire immagini singole o serie di numeri non multipli di tre causerà un disallineamento di tutto ciò che abbiamo fatto fino a quel momento, lasciando l’amaro in bocca a chiunque scorra il nostro profilo (e a noi stessi per tutto il lavoro gettato alle ortiche).

Insomma, un approccio dispendioso, con sicuramente più di un deterrente e dalle prospettive di vantaggi limitati, eppure un modo per dare un tocco diverso e personale al nostro profilo social in un mondo, quello della post-fotografia, in cui la sovrabbondanza di immagini ha reso non più sufficiente il pubblicare una bella immagine per essere certi di avere visibilità.

molto interessante, il problema è appunto per chi osserva le singole immagini, mi sono imbattuto più volte in questo tipo di immagini di cui non capivo il senso, fino a quando non andavo nella bio del singolo utente. 😊👍👍👍
"Mi piace""Mi piace"
Grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona