Nel precedente articolo abbiamo visto cosa sia lo stocking e il microstoking, analizzando il fenomeno e, soprattutto, il tipo di servizio che offrono e cosa si aspettano dai fotografi che vi si rivolgono. Ora approfondiamo cosa è richiesto per lavorare con profitto con le agenzie di stocking.

Innanzitutto, abbiamo visto che le piattaforme di stocking prediligono servizi completi, di più fotografie tra loro affini, anche perché chi cerca un’immagine, può scegliere quella che gli è più congeniale o, magari, ne cerca più d’una per inserirle in un sito o una pubblicazione ampia. Inoltre, dicevamo che conviene puntare sulle immagini di tendenza, che gli stessi portali richiedono e sponsorizzano tra i fornitori, quindi, per avere un buon successo è spesso utile produrre dei servizi ad hoc.

E questo sappiamo ben farlo: le regole sono le stesse di qualsiasi altro servizio! Si parte dalla pianificazione, realizzando un vero e proprio script in cui inserire, in base al tema scelto (o richiesto dal committente):
- le risorse necessarie: location, modelli e altro personale, costumi e trucchi, permessi e liberatorie, attrezzature e oggetti di scena;
- la scaletta: quali immagini vogliamo realizzare e come devono essere. Se stiamo raccontando una storia, anche una bozza di trama e/o uno storyboard non dovrebbero mancare;
- la logistica: nella location ci devono essere camerini per cambiarsi e truccarsi e, in generale, dobbiamo aver ben chiari tempi e luoghi della preparazione e degli scatti o rischiamo di avere i modelli sul set alle 09:00 di mattina, ma il truccatore non prima delle 10:00, per esempio.

Il tutto con un occhio di riguardo al budget. Il lavoro in stock non è commissionato e nessuno ci garantisce che qualcuno ce lo pagherà. Tanto meno possiamo sperare in un anticipo per coprire i costi, che, quindi, devono essere contenuti. Noi, inoltre, dobbiamo essere rapidi ed efficienti: il nostro tempo è denaro. Non basta essere dei bravi fotografi, ma occorre sapersi organizzare al meglio e far fronte agli imprevisti, anche e soprattutto economici.

Anche perché, quando il guadagno c’è, comunque non è faraonico. L’aumento della disponibilità di fotografie e fotografi ha fatto sì che i prezzi delle immagini calassero (anche e soprattutto per il microstocking, aperto anche ai fotoamatori) e le percentuali di guadagno riservate ai fotografi fossero ridotte financo a un misero 20%. Alcuni portali decidono a quale prezzo vendere le immagini, mentre altri lasceranno scegliere a noi: cerchiamo di essere ragionevoli, senza svenderci. Magari diamo un’occhiata ai prezzi di chi ha più successo per farci un’idea di quanto possiamo chiedere, tenendo presente che possiamo vendere la stessa fotografia a prezzi diversi in base all’uso che il cliente intende farne o alla risoluzione del file che vuole acquistare.




Infine, cerchiamo di massimizzare le nostre possibilità offrendo un’ampia gamma di immagini diversificate. Più immagini, anche più versioni della stessa immagine, possono voler dire più opportunità, a patto di mantenere costante il livello di qualità. Per esempio:
- Non limitiamoci a fotografare solo uomini o solo donne, ma cerchiamo di avere in archivio immagini simili con entrambi i generi;
- Scegliamo tagli e inquadrature diversi per lo stessa coppia soggetto/azione: quanto meno, cerchiamo di avere la stessa immagine in formato orizzontale e verticale;
- Una volta che abbiamo modelli, costumi e location, facciamoli cambiare spesso, compiere più azioni diverse, con i vari outfit; se siamo in riva al mare, possono camminare, fermarsi a guardare il mare, rivolgere lo sguardo al sole, con gli occhi chiusi, sedersi a leggere un libro: ognuna di queste “sfumature” potrebbe far rientrare un’immagine nel novero di quelle che il nostro potenziale cliente sta cercando;
- Teniamoci sempre aggiornati su richieste e tendenze e, magari, diamo un’occhiata a chi è “più grande di noi”, non per copiare, ma per comprendere quale strategia di successo ha messo in piedi e quale genere di immagine cercano i clienti.
- Curiamo i rapporti con gli altri professionisti con cui collaboriamo. Nella fotografia di moda si suol dire che “un buon trucco è mezzo scatto“, quindi stringiamo collaborazioni con un buon truccatore. Stesso discorso vale per stylist, modelli e tutta la crew con cui lavoriamo.

Anche un’immagine che ha avuto molto successo può avere un suo ciclo di vita e diventare “obsoleta“: valutiamo l’ipotesi di realizzarne un’altra simile, ma attualizzata. Per esempio, la stessa foto di una giovane donna che telefona con un Nokia 3310 negli anni Novanta del secolo scorso potrebbe essere ricreata oggi con un moderno smartphone.

Un pensiero riguardo “Lavorare con lo stocking”