Fotografi e killer

Qualche giorno fa stavo guardando una serie TV in cui un investigatore stava indagando su un caso di omicidio e alla fine scopriva che l’assassino era il fotografo. Beh, ci ho pensato un po’ e in effetti fotografi, soprattutto i ritrattisti, e killer hanno diversi elementi in comune. Per esempio?

Occhio a trovarsi sulla linea di tiro

Entrambi “tirano”

Tanto per cominciare, entrambi puntano l’obiettivo, prendono la mira e poi “tirano” (to shoot, in inglese). Questo è talmente ovvio, che non richiede altri approfondimenti.

Anche i pugili tirano, ma il discorso è un po’ diverso

Entrambi studiano bene la “vittima” e la scena

Un bravo fotografo, conosce bene il suo soggetto, studia, si informa e si prepara. Così fa con la scena. Ci sono eventuali ostacoli che possono occludere la visuale? Dove sarà la luce al momento di scattare? Conosciamo tutte le caratteristiche del soggetto scelto? Non ci si improvvisa grandi fotografi.

Bisogna studiare bene la location per sapere quando il soggetto sarà in controluce

Entrambi cercano di passare inosservati

Studiare la scena serve anche a trovare i punti di ripresa migliori, anche per passare inosservati. Il fotografo spesso vuole influire meno possibile sulla scena, quindi cercherà ogni possibile escamotage per passare inosservato.

Un bravo fotografo si sa appostare per colpire senza essere visto

Entrambi hanno un modus operandi preferito e riconoscibile

Il fotografo ha la sua specializzazione, che comporta abitudini specifiche, un vero e proprio modus operandi che, tra l’altro, spesso produce immagini ben riconoscibili e attribuibili, se vuole. Penso che chiunque saprebbe distinguere una foto di Steve McCurry da una di Herb Ritts, in fondo.

Anche gli attori replicano, ma aggiungendo sempre un pizzico di personalità a ogni rappresentazione

Entrambi dedicano molte risorse alla loro attrezzatura

Molti fotografi dedicano una cura maniacale alla loro attrezzatura, che scelgono con estrema attenzione e che si adatta perfettamente al loro stile, ai loro bisogni e al loro modus operandi (vedi punto precedente). Posso garantire che so esattamente cosa c’è nella mia borsa pronta per le “emergenze” e, quando pianifico un lavoro, scelgo, pulisco, carico e assemblo meticolosamente tutto ciò che mi servirà.

Non esco mai senza la mia piccola Fuji-X30, “Jane”

Entrambi mandano le loro “vittime” sui giornali

Pubblicare foto dei propri soggetti su riviste e giornali e uno degli obiettivi più probabili per un fotografo. Diciamo che i killer il più delle volte considerano la pubblicazione delle loro efferatezze sui giornali più un effetto collaterale sgradito, ma tant’è.

Avete idea di quanti pugili ho fatto finire in cronaca… sportiva?

Entrambi farebbero meglio a conoscere la legge

Un fotografo deve far spesso fronte a divieti e obblighi di leggi e regolamenti che deve ben conoscere per evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienti, che vanno da una semplice sanzione pecuniaria all’arresto.

Non vogliamo finire in una prigione imperiale o peggio ancora in un compattatore di rifiuti

Entrambi devono saper far di conto

Un bravo fotografo deve saper calcolare tempi, diaframmi e sensibilità, considerando il rapporto tra loro. Poi deve sfruttare il numero guida del flash per impostare il corretto diaframma sull’obiettivo. E saper applicare la formula per il calcolo della profondità di campo, all’occorrenza. Un killer, dal canto suo, deve calcolare, quando usa un’arma da fuoco, alzo, deriva e chissà cos’altro che ignoro (ho detto che siamo simili, non che siamo tutti cecchini).

Senza dimenticare regola dei terzi e sezione aurea

Entrambi possono ricorrere alle risorse più disparate

Il fine di un fotografo in fondo è sempre lo stesso: una fotografia. Eppure per arrivarci, può fare ricorso alle risorse più disparate. Da uno smartphone al banco ottico, andando per boschi o in pieno centro, assumendo modelli di professione o fotografando ignari passanti (cfr. il punto sul conoscere la legge). Così come un killer ha infiniti modi per uccidere una persona.

Un mini treppiedi nella tracolla mi ha risolto un sacco di situazioni

Entrambi devono saper rischiare

Il rischio fa parte della vita di un fotografo. Muoversi in sala posa può essere estremamente pericoloso: ci sono ferri taglienti, corrente, calore e buio, con cui farsi male. E, anche per strada, può distrarsi e finire sotto una macchina o non vedere una buca, perché ha l’occhio attaccato al mirino, senza considerare che potrebbe arrampicarsi o avvicinarsi troppo a un potenziale pericolo per scattare. Proprio per questo, deve essere estremamente prudente.

Mi sono trovato spesso coinvolto in situazioni pericolose

Un pensiero riguardo “Fotografi e killer

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