Come abbiamo visto nel precedente articolo, dobbiamo stare bene attenti nel ritoccare le immagini di una serie a non renderle troppo disomogenee tra loro, anzi spesso in fase di post-produzione si opera proprio in senso opposto, col fine di rendere la serie più coesa e corente dal punto di vista grafico.
Per far ciò, possiamo creare quello che in programmazione è chiamato script, cioè una sequenza di operazioni da eseguire in passi successivi e applicarlo a tutte le immagini della serie. Va da sè che per far ciò dobbiamo avere una visione di insieme della selezione delle immagini: a tal fine, potrebbe essere utile lo strumento galleria che il nostro software di sviluppo fotografico ha sicuramente a disposizione. Una volta fatto ciò, possiamo programmare lo script e lanciarlo, oppure usare un altro strumento per le modifiche batch (letteralmente, modifiche “sul lotto” di immagini).

Ovviamente nulla ci vieta di lavorare in modo classico, fotografia per fotografia, applicando le modifiche del caso a ciascuna immagine, ma il lavoro sarà più faticoso e il rischio di errore sulla singola immagine e, quindi, di minore uniformità della serie, sarà più elevato. D’altra parte, la stessa sequenza di passi può avere risultati diversi su immagini diverse e non essere adatti a tutti gli scatti della serie. In tal caso, può essere opportuno lavorare in un altro modo, diciamo in parallelo: aprire in modifica tutte le immagini e correggere lo stesso aspetto in tutte, poi un altro, via via, fino alla fine.

Quale che sia la nostra metodologia di lavoro, possiamo compiere operazioni di varia natura. Cominciamo dalla correzione dell’inquadratura. Se vogliamo che la nostra serie sia composta da immagini con la stessa inquadratura di un singolo soggetto, la soluzione più ovvia è quella di usare in fase di ripresa un cavalletto e tenere la macchina fotografica ben ferma, ma, se scattiamo in giorni diversi o, se non abbiamo a disposizione il supporto adeguato, potremmo avere differenze, seppur minime, sugli scatti. Quindi dovremo operare un ritaglio correttivo, che però può essere molto difficile, come quando realizziamo uno scatto panoramico giustapponendo più fotografie. Nel caso della serie, possiamo sovrapporre due scatti, riducendo l’opacità di quello superiore, per allineare i riferimenti, sperando siano sufficientemente nitidi, prendere bene le misure, poi togliere lo scatto di riferimento e infine ritagliare.

Altro ritocco di cui tipicamente avranno bisogno le nostre immagini, per essere uniformi, è l’adeguamento di luminosità e contrasto. Esso, infatti, può essere trascurabile su una singola foto: una foto leggermente sottoesposta, per esempio, può essere alla fin fine giudicata una foto in low key e, quindi, da non ritoccare. Se, però, stiamo costruendo una serie, una singola foto sottoesposta stonerebbe. Possiamo, dunque, scegliere una foto che faccia da modello di base e adeguare tutte le altre, riproducendo la stessa luminosità e lo stesso contrasto… o quanto meno molto simili. Ovviamente, nello scegliere il modello, stiamo ben attenti a scegliere un’immagine che abbia dei valori più o meno medi, rispetto alle altre, altrimenti rischiamo di bruciare le alte luci, rovinare con troppo rumore i toni scuri o avere pixellatura da contrasto manipolato, per interventi troppo estremi su alcune immagini.

Un ultimo esempio di ritocco di cui tipicamente avremo bisogno è il ritocco colore. Se abbiamo incentrato la nostra serie su un colore,o comunque una particolare tonalità è un criterio distintivo del nostro lavoro, ma una o più foto non presentano quel colore o solo una tonalità leggermente diversa, nel fruire della serie, potrebbe saltare fastidiosamente all’occhio. E non solo la tonalità, ma anche la luminosità e la saturazione possono essere un problema, ma possiamo modificare anche questi due aspetti, sebbene correggere tutte e tre le caratteristiche di un dato colore significhi praticamente cambiare colore. In tal caso, conviene usare lo strumento “Contagocce” per valutare le differenze tra colori e all’occorrenza ricolorare o usare lo strumento “Ruota colore”.

Un’alternativa rapida a tutto ciò è quella che prevede l’utilizzo di filtri, come un viraggio o una simulazione pellicola. Certo, un intervento così invasivo renderà anche foto molto diverse tra loro estremamente affini e non mancano serie realizzate sulla base di simili criteri, ma alla lunga serie del genere finiscono per stufare e, passata la sorpresa iniziale per un effetto vintage, probabilmente il nostro pubblico scorrerà le immagini molto velocemente. Immagini di cui oggi del resto è pieno il web (grazie ai filtri Instagram, per esempio) è che non avranno molto di personale e originale che attiri l’attenzione dei più.

3 pensieri riguardo “Rendere una serie omogenea”