Il fatto che le fotografie di una serie devono essere tra loro omogenee o quanto meno affini quanto basta perché lo spettatore ne percepisca le interconnessioni, non implica che non possiamo fare qualche piccolo intervento in post-produzione per migliorare tanto i singoli scatti che l’opera nel suo complesso.

Possiamo, per ogni foto della serie, migliorare l’impatto che ha sullo spettatore e anche la leggibilità, in modo da mettere in risalto in ciascuna immagine il soggetto della serie, lavorando opportunamente sui singoli referenti presenti sulla scena. L’importante è non esagerare, soprattutto, non farlo su uno scatto a discapito di altri, togliendo così omogeneità alla serie nella sua interezza.

Tornando al nostro soggetto, potremmo voler aumentare la nitidezza dei referenti, magari aumentandone il contrasto con lo sfondo. Per fare ciò possiamo scontornarli e riportarli su un fondale uniforme o, in modo meno drastico, sfocare lo sfondo oppure semplicemente schiarirlo un po’. Se l’idea di dare meno peso allo sfondo ci piace, possiamo ridurne i colori o, meglio ancora, desaturarli.

Personalmente, sconsiglio di desaturarli completamente, in modo da lasciare i riferenti colorati e lo sfondo in bianco e nero: meglio una meno evidente riduzione della saturazione (o un aumento di quella del referente) per aumentare il contrasto. L’idea di base è quella di semplificare la leggibilità dell’immagine, limitando i punti di potenziale interesse nella fotografia.

Ovviamente, qualsiasi intervento sullo sfondo è più facile se siamo riusciti già in fase di ripresa a renderlo più defilato e lasciare che i referenti si stagliassero da esso, solo che in questo caso tali interventi saranno anche meno necessari. Possiamo, comunque, facilmente decidere di aggiungere una semplice vignettatura, che riduca l’incidenza del fondale sulla lettura complessiva dello scena e concentri lo sguardo degli spettatori sui referenti.

Ribaltando la situazione, cosa fare se invece vogliamo togliere peso a degli elementi che sono in primo piano nell’immagine? Se tali elementi non sono davanti ad altri referenti che ci interessano, possiamo procedere con un ritaglio della fotografia, stando ben attenti a non rovinare l’inquadratura e la composizione. In alternativa, potremmo rimuovere l’elemento dall’immagine, sfruttando strumenti come “Clona” del nostro software di fotoritocco, ma tali interventi richiedono maggiore abilità tecnica, tempo e pazienza.

Quale che sia la nostra scelta operativa, il risultato che vogliamo ottenere è che chi fruisce della fotografia non sia distratto da una persona che passava sullo sfondo, un’auto parcheggiata troppo in vista sulla scena o un ramo d’albero che occlude parzialmente la visuale sul viso del nostro modello.

E, parlando di volto, arriviamo alle note più dolenti. Ritoccare le immagini di soggetti umani è un’operazione che, oltre che eticamente molto dibattuta, richiede non poca dimestichezza con strumenti più avanzati di post-produzione. Potremmo, per esempio, voler ritoccare la pelle di una modella per compensare la tramatura creata da una luce troppo dura, magari una luce laterale. Ciò che sarà decisamente più difficile può essere ritoccare un’espressione per adeguarla alla nostra serie.

In alcuni casi può anche darsi che non sappiamo scegliere tra due foto perché ci piace la metà di una e l’altra metà dell’altra. Per esempio, ci saranno capitate diverse volte foto di gruppo in cui qualcuno ha chiuso gli occhi proprio nel momento dello scatto (capita anche quando si avvisa per bene i soggetti, figurarsi in quelli non organizzati). Per questo consiglio sempre di scattare almeno tre volte ogni foto di gruppo, in modo da poter, in casi simili, ritagliare una porzione di immagine in cui il nostro soggetto ha gli occhi aperti e incollarlo su quello in cui ha gli occhi chiusi.

Un pensiero riguardo “Valorizzare le immagini di una serie”