La fotografia è selezione. Ogni volta che scattiamo una foto, scegliamo cosa inquadrare e cosa escludere: una specifica porzione di spazio in uno specifico frangente. Eppure non basta questo: occorre anche scegliere il punto di ripresa adatto, perché soggetti diversi rendono meglio se inquadrati con una particolare angolazione.

Abbiamo in passato analizzato l’angolo olandese, per dare un effetto straniante a una fotografia. Ma un altro aspetto fondamentale dell’inquadratura è l’angolazione della macchina fotografica rispetto all’orizzonte. Ovviamente, un angolazione di 0° rispetto la piano è considerata “dritta” e neutra. Inquadrature da angolazioni più basse danno al soggetto un aspetto dominante e fiero, mentre un’angolazione più alta tende a opprimere il soggetto.

Molti ritratti scattati con sufficienza soffrono di un’inquadratura leggermente alta (10°-15°): questo perché inquadrando i soggetti dal mirino, si tende ad alzare la macchina e, quindi, a puntarla leggermente verso il basso per riprendere il soggetto. Per questo motivo, se vogliamo inquadrare un soggetto dall’alto, lasciando magari una buona profondità di campo (una tecnica tipica dell’arte giapponese), è opportuno utilizzare un angolo tra i 30° e i 45°.

Un’inquadratura del genere fa sembrare un soggetto piccolo, indifeso, in base al contesto, oppresso o tenero. Capita spesso di fotografare dei bambini senza abbassarsi al loro livello e offrire, dunque, un punto di vista sovrastante il soggetto. Più estrema è la cosiddetta inquadratura a volo d’uccello, di circa 65° verso il basso, tipica delle carrellate nel cinema, si può utilizzare per riprendere soggetti dall’alto, guadagnando angolo di campo.

Ovviamente, si può giungere all’estremo e inquadrare un soggetto dal punto perpendicolare al soggetto stesso, con un angolo di 90°. Con le persone non è molto funzionale, ma un’inquadratura del genere è molto utilizzata nei cataloghi.

Diciamo, invece, di voler conferire a un soggetto un’aura di superiorità, di forza: un angolazione con l’obiettivo puntato in alto di circa 15° può essere utile allo scopo, tant’è che gli americani lo chiamano “L’angolo dell’eroe“. Pensiamo a quante foto di manager e politici con tale angolazione ci è capitato di vedere.

Inquadratura più basse, diciamo dai 45° ai 75° (inquadratura estrema, che gli americani chiamano “L’angolo del verme“) possono dare un maggiore senso di imponenza, magari eccessiva per una persona, ma perfetta per un’architettura o un elemento naturale (alberi, cascate, montagne, ecc.).

Ovviamente, abbiamo anche l’opzione di inquadrare un soggetto perpendicolarmente dal basso, per esempio, per ritratti molto particolari o inquadrature di chiome alberate, volte decorate o cieli particolarmente accattivanti.

