Siamo fotografi. Per alcuni siamo artigiani, per altri artisti, per altri ancora ci limitiamo a premere un tasto. Quale che sia la verità, il più delle volte ci piace lavorare col cuore, illudere e illuderci che un buon colpo d’occhio e rapidità d’esecuzione ci permettano di realizzare grandi opere. Certo, questo capita e magari ci sono diversi grandi fotografi che sanno farlo, ma per il più delle persone e il più delle volte il lavoro del fotografo richiede metodo.

Nella realizzazione di serie fotografiche, tale metodo si traduce, per esempio, nell’applicazione di un rigido protocollo di classificazione delle fotografie, che ci consente di scegliere quali scatti entreranno a far parte della nostra serie. Per esempio, potremmo utilizzare le griglie di valutazione, consigliate anche da Antonio Politano e Frédéric Landragin, per National Geographic.

Nell’articolo precedente, abbiamo introdotto il concetto di criterio e possiamo elencare anche altre proprietà, come l’aderenza al tema, la composizione accattivante, il numero di referenti, la qualità della resa dell’attrezzatura utilizzata e qualsiasi altro aspetto per noi importante nella realizzazione dei nostri lavori, in generale, e della serie su cui stiamo lavorando, in particolare. Una volta scelti questi elementi, criteri e proprietà, possiamo anche assegnare a ciascuno di essi un peso.

A questo punto, si prendono le fotografie della prima selezione di massima (per esempio, tutte quelle che contengono il soggetto della serie o, se si tratta di un resoconto di viaggio, tutte quelle scattate durante quel viaggio) e si assegna a ciascuna di esse un voto per ogni singola voce del nostro elenco, eventualmente moltiplicato per il peso. I valori così ottenuti, si sommano e si ottiene un voto per ciascuna immagine.
Castello Orsini-Odescalchi a Bracciano Duomo di Orvieto Cattedrale di San Francesco a Gaeta Pantheon di Roma
Una volta che ciascuna foto ha un voto, basta scegliere quelle con voti più alti. Se si tratta di una serie basata su principi prettamente grafici, allora possiamo scegliere solo sulla base del voto. È possibile fissare un numero massimo di foto e selezionare esattamente quel numero di immagini, prendendo quelle con il voto più alto, oppure potremmo scegliere tutte e sole le foto che abbiano raggiunto o superato un determinato punteggio minimo.

Con una serie narrativa, questo potrebbe non bastare o quantomeno potrebbe non garantire la coesione della storia narrata, a meno di non definire nella nostra griglia delle voci specifiche. Potremmo, però, usare la griglia solo per dirimere questioni riguardanti la scelta di due scatti alternativi, oppure per una selezione preliminare atta a eliminare dall’insieme di foto quelle che riteniamo inadatte ai nostri scopi.


Queste metodo di selezione è decisamente meccanico e tende all’oggettività, tanto che molte giurie di concorsi adottano metodi simili per la valutazione degli scatti presentati, ma, come dicevamo all’inizio di questo articolo, non tiene molto in conto il cuore, cosa che noi invece facciamo, inutile negarlo (e, sinceramente, non vedo nemmeno perché dovremmo farlo).

Infine, teniamo presente che questi metodi per lo più ci permettono di valutare le immagini singolarmente e non come insieme coerente e coeso, in una parola sola, come serie. Dobbiamo poi, quindi, procedere alla disposizione delle immagini e valutare nel complesso se la serie è chiara e leggibile, se ha uno stile coerente e adatto al soggetto, se la sua qualità intrinseca è evidente, se è completa (non manca nessuna foto), se è concisa (non c’è nessuna foto di troppo) e se è ben ritmata (le foto sono ben alternate tra loro).

Un pensiero riguardo “Griglie di valutazione”