Oggi vediamo come organizzare in casa un piccolo set fotografico, che ci permetta di omaggiare (sperando di non dissacrarlo) un grande fotografo italiano, con una macchina fotografica, una scatola di fiammiferi e un’inaspettata assistente di scena.
È un caldo pomeriggio d’estate e sono abbastanza stanco e sfiancato, così decido di guardare un film e rilassarmi un po’. La scelta cade su “Giù la testa“, film western di Sergio Leone sulla Rivoluzione messicana. Per chi non l’avesse visto, dico solo che i fiammiferi, i prosperi, come li chiamano nel film, hanno una certa importanza e una scena in particolare mi ha fatto venire in mente una fotografia di Mimmo Jodice, “Bruciatura“, e di colpo ho praticamente smesso di seguire quel pur splendido film: ormai ero preso dall’idea di realizzare qualcosa di simile.

Ho due possibili strade davanti a me, provare a replicare in tutto e per tutto la fotografia del Maestro, di cui vi consiglio di leggere le “La camera incantata“, oppure reinterpretare personalmente il suo lavoro. La prima rappresenta un ottimo esercizio tecnico, perché replicare il lavoro di un altro non è mai facile, la seconda consente di aggiungere un pizzico di creatività al progetto… quindi ho scelto questa ultima. L’idea di base resta quella di una mano che regge un fiammifero, che abbia effetto sulla stampa, ma leggermente reinterpretata.

Come macchina fotografica userò la mia reflex, Nikon D700, con obiettivo 50mm f/1.4 Sigma, per avere una buona resa della prospettiva, simile il più possibile a quella dell’occhio umano, e che mi permetta di mettere a fuoco da distanza relativamente ravvicinata. A tal proposito, voglio replicare una foto degli anni Settanta del secolo scorso, perciò decido di optare per un fuoco leggermente più morbido del normale. Il tutto su cavalletto, perché farò tanto da fotografo, quanto da “modello”, quindi dovrò avere le mani libere, in fase di scatto.

Preparo il set in giardino, sul portico, per avere una buona luce, ma uniforme sul set. Avrò già qualche difficoltà a esporre correttamente il fuoco, quindi non ho bisogno di altri problemi di illuminazione. Preparo manualmente la messa a fuoco, lasciando una profondità di campo sufficiente con un diaframma f/8, impostando la sensibilità ISO al valore minimo di 200 e in consequenza il tempo di esposizione a 1/50 di secondo. Dopodiché imposto l’autoscatto e faccio qualche prova.

Purtroppo c’è un po’ di vento, ma sotto il portico, chiuso su due lati, sono abbastanza riparato. Il vero problema sono i fiammiferi: sono molto vecchi (non escludo che fossero dei miei nonni) e non si accendono facilmente e, soprattutto, si spengono subito, prima ancora che cominci a bruciare il legno, quindi decisamente troppo presto perché io riesca a scattare in tempo. Alla fine decido di usare un accendino, per dar fuoco ai fiammiferi.

Ovviamente lo scatto non era il risultato finale del progetto, ma solo un semilavorato su cui avevo ancora molto da lavorare, iniziando, ovviamente, dalla post-produzione dell’immagine. Ho ovviamente scattato in formato RAW, così da avere maggiore flessibilità, e ho poi importato lo scatto su RawTherapee.

Come dicevo, stavo replicando una foto degli anni Settanta del secolo scorso, una foto in bianco e nero, quindi bianco e nero sia. Per dare maggior risalto alla fiamma, ho aumentato il contrasto, leggermente ridotto l’inquadratura, aggiunto una vignettatura e applicato un filtro verde all’immagine. In alto nell’immagine precedente, potete notare anche le prove di esposizione e bilanciamento del bianco sulla mia mano sinistra.

Fondamentale è non mandare a fuoco la stampa, ovviamente. Sono già rassegnato all’idea di doverne stampare altre copie, invece, stranamente, alla fine me ne basta una sola. Tenendola leggermente inclinata sulla fiamma, a poca distanza, e muovendola abbastanza velocemente, ma non troppo, riesco a dare il giusto aspetto “abbrustolito” alla mia immagine.

La domanda ora è “Cosa fare di questa stampa?” Beh, se fossi un fotografo famoso, probabilmente la esporrei in qualche grande museo o la venderei per qualche migliaio di euro, ma, dato che sono solo un dilettante, la metto da parte, ma, prima, la uso come soggetto per qualche altra fotografia.
hai dimostrato come anche in un piccolo spazio e senza fare grandi viaggi si possono ottenere immagini molto originali.
Bel lavoro.
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Grazie
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