Movimento nella fotografia sportiva

La fotografia sportiva dovrebbe essere classificata come attività sportiva di per sé. Non di rado dovrete inseguire i vostri soggetti in rapido movimento, trasportando pesanti attrezzature e dovendo decidere in fretta come muoversi, quale obiettivo scegliere e come impostare la vostra macchina.

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Il fotografo sportivo spesso deve compiere sforzi “atletici”

Movimento e autofocus

Con soggetti in rapido movimento, l’autofocus è quantomai fondamentale: immaginate di dover mettere continuamente a fuoco, manualmente, un corridore durante una gara di scatto sui cento metri? Sarete fortunati se riuscirete a fare una sola foto.

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Una focale più corta aumenta la profondità di campo

Esistono motori autofocus passivi, che valutano le differenze di contrasto e attivi che usano infrarossi o ultrasuoni per valutare le distanze dei soggetti. I primi sono più efficaci sull’intera scena, mentre i secondi sui singoli soggetti. Il problema per un fotografo sportivo è che entrambi sono tanto più efficaci, quanto minore è la distanza dal soggetto.

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La luce scarsa creerà sempre problemi di messa a fuoco

Altro fattore da considerare nella scelta di una macchina fotografica riguarda la tecnologia con cui è costruito: un motore passo-passo farà sempre lo stesso numero di operazioni per una messa a fuoco, mentre uno a ultrasuoni verrà accelerato e rallentato di volta in volta in base alla situazione, risultando potenzialmente più veloce e accurato, ma, questo meccanismo, alle volte, porta a superare il punto di fuco corretto, richiedendo un secondo passaggio.

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La profondità di campo incide sulla messa a fuoco

Non è di molto aiuto nemmeno la luce ausiliaria, presente su tutte le reflex e anche su altre macchine, sempre per la questione della distanza dal soggetto: oltre i tre metri dal soggetto, la luce ausiliaria è completamente inutile e infatti molti fotografi sportivi la disattivano, per non consumare inutilmente la batteria.

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Il fumo è un incubo per la messa a fuoco

Anche il tipo di sensore, allungato o a croce, influisce sulla sua efficacia: il secondo tipo è decisamente migliore, ma più costoso.

Quale che sia la tecnologia di cui disponete, tenete sempre a mente che l’autofocus ha comunque bisogno di sufficiente luce per operare e questo spesso vi impedirà di usare tempi di esposizione estremamente brevi o diaframmi molto chiusi, che però aumenterebbero la profondità di campo e ridurrebbero la criticità della messa a fuoco.

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Ottiche migliori hanno autofocus migliori

Modalità di messa a fuoco

Le moderne macchine fotografiche offrono sempre diverse modalità di autofocus, che è bene conoscere. La più semplice è quella singola, che, in base al produttore, può avere diversi nomi, ma non cambia mai nella sostanza. Premendo il tasto di scatto a mezza corsa, il sistema attiva l’autofocus e, quando ha terminato il suo lavoro, avvisa l’utente che la macchina è pronta a scattare. Alcune fotocamere impediscono lo scatto, finché il procedimento non è concluso, consentendo di premere subito il tasto di scatto fino in fondo per avviare la ripresa non appena l’immagine è a fuoco. Ovviamente, cambiare inquadratura o spostarsi, può rendere errato il fuoco, se si decide di attendere tra la messa a fuoco e lo scatto.

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Un movimento improvviso può inficiare la messa a fuoco

Proprio per situazioni come le attività sportive molte fotocamere dispongono anche di una modalità di messa a fuoco continua. Con questa modalità, la macchina fotografica continua ininterrottamente a valutare le variazioni di contrasto e interviene se trova necessaria una variazione della messa a fuoco.

Con la messa a fuoco continua, occorre scegliere se dare priorità a essa oppure allo scatto: vogliamo che la macchina ci abiliti a scattare solo quando tutto è a fuoco o che nel momento in cui premiamo completamente il tasto la fotocamera scatti comunque? Potrebbe sembrare strano voler scattare se l’immagine non è completamente a fuoco, ma in alcuni contesti, con soggetti in rapidissimo movimento, potreste non avere mai una nitidezza perfetta, soprattutto se il vostro sistema macchina-obiettivo è impreciso o troppo sensibile alle vibrazioni.

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Non sempre avrete il tempo di mettere perfettamente a fuoco, prima di scattare

La tecnica consiste nel prevedere dove si verrà a trovare il nostro soggetto, mettere a fuoco il punto e aspettare che il soggetto “cada nella trappola” (per questo la tecnica è detta anche “focus trap”). La parte difficile è prevedere dove e quando avverranno le azioni più interessanti da fotografare e scegliere, conseguentemente, il punto di ripresa migliore a riprenderli.

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Potrebbe capitare di avere un buon fuoco, ma un soggetto con gli occhi chiusi

Simili tecniche possono essere usate anche sfruttando l’autofocus, per esempio, invece di una messa a fuoco manuale, potrete mettere a fuoco un punto con l’autofocus e poi disattivarlo. Soprattutto se avete una buona profondità di campo, questo vi libererà di molti crucci.

Se la vostra fotocamera vi permette di eliminare l’autofocus, lasciandogli la priorità sullo scatto, avrete anche la possibilità di utilizzarla per scattare solo e soltanto quando un soggetto sarà esattamente nel punto di fuoco (un corridore sul suo percorso, per esempio), cioè quando saranno rilevati esattamente i contrasti corretti che sbloccheranno la funzione di scatto.

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Mosso e sfocato possono anche dare qualcosa in più allo scatto

2 pensieri riguardo “Movimento nella fotografia sportiva

  1. sempre utilissimi questi consigli, non avevo mai pensato alla luce della messa a fuoco oltre i 3 metri, anche se il consumo della batteria penso sia minimo in questi casi.
    Ti seguo con interesse.

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