Rappresentare il mondo – Parte 3

Siamo abituati a raccontare storie con immagini, oggi più che mai. Reportage, fumetti, fotoromanzi, certo, ma anche una singola immagine può raccontare una storia… sì, sto per scomodare di nuovo Cartier-Bresson e il suo “istante decisivo“. In questo articolo vedremo dunque quali meccanismi narrativi si possono celare dietro la realizzazione di una immagine… pardon, di una fotografia, e per farlo ci concentreremo sugli studi di Algirdas Julien Greimas e sul lavoro di George Walton Lucas Jr.

Schema narrativo

Per il linguista lituano, le narrazioni, per quanto possano variare tra loro, hanno sempre una struttura composta da quattro fasi distinte: manipolazione (o contratto), competenza, performanza e sanzione.

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Una semplice narrazione sul gioco d’azzardo. Il giocatore prenderà quella carta?

Nella prima fase, quella della manipolazione, un Destinante induce un Destinatario a svolgere un determinato compito. Ciò può avvenire tramite la promessa di un beneficio o la minaccia di un danno, o con un’adulazione o una provocazione (“solo tu puoi farcela” / “tu non ce la faresti mai”). Per esempio, possiamo considerare La saga originale di Star Wars. Obi-Wan Kenobi, il Destinante, convince Luke Skywalker a salvare la Galassia e distruggere i Sith (bene superiore), ma anche Leila convince Obi-Wan a intervenire, in quanto sua sola speranza (adulazione) e Luke convince Han Solo a salvare la Principessa in cambio di una forte ricompensa (beneficio). Il Destinatario a questo punto diventa il Soggetto della nostra narrazione.

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Geppetto prova a più riprese a essere un buon Destinante per Pinocchio, che però raramente arriva alla modalità del “voler fare”, fermandosi perlopiù al “dover fare” e, quindi, arrendersi e finire nei guai

La seconda fase, quella della competenza, prevede che il Soggetto acquisisca i mezzi, definiti modalità, che gli permettono di portare a compimento la missione che si è assunto. I mezzi in questione possono essere un oggetto o delle capacità, per esempio Luke deve imparare le “vie della Forza” per affrontare il viaggio che gli si prospetta. Il motivo per cui si parla di modalità e di modalizzazione del soggetto è che questo processo avviene sulla base dei quattro verbi modali principali: volere, potere, dovere e sapere.

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Tebaldo è un personaggio davvero difficile da modalizzare

Nel caso di Obi-Wan, egli viene modalizzato da Leia con il “dover fare“, perché il vecchio maestro Jedi sa che quello è il suo dovere, mentre Han viene modalizzato da Luke con il “voler fare“, per guadagnarsi una ricca ricompensa. A questo punto inizia la fase della competenza. Pensate a Luke che è mandato da Obi-Wan sul pianeta Dagobah per completare l’addestramento da Jedi e, quindi, “saper fare“. Finché non raggiunge la modalità del “poter fare“, cioè quella in cui può sconfiggere Darth Vader. Va detto che il Soggetto potrebbe anche non raggiungere tutte e quattro le modalità (e infatti Luke non ha ancora acquisito tutte le competenze necessarie per sconfiggere il Signore dei Sith al loro primo incontro ed è facilmente battuto), ma ci possono essere casi in cui il soggetto sente di dover fare, ma non vuole fare, per esempio Han non vuole combattere contro la Morte nera, ma poi capisce che è suo dovere.

Finale
Opponente e Opponente/Aiutante

La performanza è il culmine della narrazione, quella fase in cui il Soggetto svolge il compito assegnato, come Luke che distrugge la Morte nera, affronta la prima volta Darth Vader e infine lo salva dal Lato Oscuro. Questo ultimo esempio ci dà lo spunto anche per un’altra osservazione: ci possono essere casi in cui più funzioni coincidono, come Destinatario e Destinante. È infatti Luke che decide da solo di salvare suo padre, mentre tutti gli consigliano di non farlo, se non addirittura di ucciderlo.

L’ultima fase, la sanzione, è quella in cui il Destinante giudica l’operato del Destinatario e quest’ultimo riceve la ricompensa per il suo successo o il castigo per il suo fallimento. Per esempio, Leila consegna una medaglia a Luke, Han e Chewbacca dopo la distruzione della prima Morte nera, mentre Obi-wan e Yoda compaiono sorridenti a Luke dopo la distruzione della seconda.

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L’arbitro che assegna un richiamo ufficiale è un Destinante che sanziona il Destinatario

Con le nostre fotografie possiamo decidere di rappresentare solo una fase di questa narrazione o più di una. Volendo usare la pittura come esempio, possiamo considerare il trittico su san Matteo, realizzato da Caravaggio, conservato nella cappella Contarelli nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Il primo quadro, la Vocazione di san Matteo, è un chiaro esempio di manipolazione, in cui il Soggetto è modalizzato per il dover fare e il voler fare. Il secondo quadro, l’Ispirazione di san Matteo (noto anche come “san Matteo e l’angelo”) rappresenta la fase della competenza, ma al contempo anche di performanza: l’angelo ispira l’evangelista, modalizzandolo per il saper fare e il poter fare e, in effetti, il santo fa ciò che gli è stato assegnato, scrive il suo vangelo, diffondendo la parola di Dio. Il terzo e ultimo quadro, il Martirio di san Matteo, descrive, infine, la fase della sanzione.

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Anche un Opponente può modalizzare un Destinatario: il Gatto e la Volpe stanno cercando di abbindolare Pinocchio

Percorso generativo

Nella semiotica greimasiana si distinguono tre livelli di percorso generativo, dal più profondo e astratto al più discorsivo e generico. Pensate alla lotta tra bene e male, che è rappresentata al contrasto tra Lato Chiaro e Lato Oscuro della Forza e poi sfocia nella lotta tra Luke e l’Imperatore. Ovviamente nessun narratore, e tanto meno fotografo, progetta la sua narrazione partendo da una struttura semiotica profonda come “Bene contro Male“, ma partirà già definendo personaggi e situazioni, ma i vari livelli convivono e si influenzano reciprocamente.

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Per esempio un contrasto generazionale, “Gioventù contro Vecchiaia” può dare il la a una narrazione

A proposito di strutture semiotiche profonde, per Greimas ogni narrazione parte da un conflitto tra forze contrapposte, Bene contro Male, Ragione contro Sentimento, Fede contro Conoscenza e simili. Questi contrasti sono poi rappresentati da elementi concreti della narrazione, oggetti o personaggi. In un’immagine, per esempio, possiamo avere una serie di più elementi che formano coppie in contrasto o in affinità tra loro, così come la rappresentazione di un singolo contrasto possa essere espresso su più livelli degli stessi due elementi, per esempio cromatico e prospettico.

Secondo lo studioso lituano, infatti, l’importanza di un elemento è data dalla contrapposizione con un suo contrario o una sua assenza. Se c’è il Bene, deve anche esserci il Male o, perlomeno, un Non-Bene. Proprio per questo si parla di quadrato semiotico.

Quadrato semiotico
Schematizzazione di un quadrato semiotico

In un quadrato semiotico, non sono mai presenti solo due termini contrapposti, ma anche i loro contraddittori, ovvero tutti quei termini che tra loro si negano, ma non negano uno dei suoi contrari. Per esempio una statua non può essere morta, cionondimeno non è viva. Nel caso di Vita e Morte abbiamo un quadrato semiotico formato da Vita, Morte, Non-Vita e Non-Morte (per esempio zombie, vampiri o fantasmi di Forza, per restare nella galassia lontana, lontana).

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Giocare al vampiro, ovvero al non-morto

In una narrazione i quadrati semiotici sono utilizzati per analizzarne e spiegarne le trasformazioni. Ogni azione è in realtà uno spostamento da un polo a un altro, seguendo una delle frecce disponibili. Abbiamo così affermazioni, se ci spostiamo da un contraddittorio a un contrario (per esempio da Non-Vita a Morte) e una negazione se invece ci spostiamo da un termine alla sua negazione (per esempio da Vita a Non-Vita).

E nel caso di Star Wars ci viene sempre in aiuto Darth Vader, che all’inizio ci si presenta come Cattivo, poi come Non-Cattivo (salva Chewbacca da Boba Fett, quando quest’ultimo sta per sparargli) e infine come Buono, quando decide di uccidere l’Imperatore, diventando in qualche modo una metonimia di se stesso.

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Opponente o Aiutante? Darth Vader è un personaggio complesso che evolve

Modello attanziale

Esistono poi strutture semio-narrative più superficiali, che ci portano a un livello meno astratto, ma non ancora discorsivo della narrazione. Cominciano a questo livello a comparire elementi più concreti come Soggetto, Aiutante e Opponente, che sono di volta in volta associati ai poli del quadrato semiotico, ma la narrazione in sé è definita ancora solo come struttura. Per esempio, poiché i Soggetti non sono ancora definiti come personaggi, si preferisce al termine attore, che solitamente definisce questi ultimi, quelli di attanti, che si collega a un concetto più generico di entità che agisce.

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Soggetto e Opponente, un perfetto esempio di contrasto

In base al modello attanziale, si definiscono gli elementi in gioco, che possono anche suddividersi un compito o cambiare funzione nel corso della narrazione. Obi-Wan Kenobi in Star Wars è prima Destinatario, quando Leila gli chiede aiuto, poi Destinante, quando coinvolge Luke e Han e infine Aiutante, quando li guida e li consiglia; Leila inizia come Destinante e dopo sembra solamente essere l’Oggetto, per poi diventare gradualmente a sua volta Soggetto; il già citato Darth Vader comincia come Opponente e finisce con essere Aiutante. Tutto in base a modalità che si aggiungono via via agli elementi della trama e ne modificano le funzioni.

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Lo stesso personaggio può assumere più funzioni nel corso della narrazione

Strutture discorsive

Nel terzo livello del modello generativo abbiamo le strutture discorsive, quelle in cui abbiamo finalmente a che fare con attori in carne e ossa e azioni ben definite. Abbiamo finalmente abbandonato qualsiasi forma di astrazione, dunque. Il fulcro di questo passaggio è il concetto di tema narrativo, per esempio “guerra” o “amore”, che raggruppa dei personaggi cui sono associati dei ruoli tematici (o, se preferite, tipi iconografici, che abbiamo già discusso) e delle figure, cioè degli oggetti. Una narrazione può avere più temi che si intrecciano. Per esempio, quando Luke decide di salire sulla seconda Morte nera, rappresenta un tema, quello della redenzione, mentre i suoi amici Han, Leila e Chewbacca rappresentano il tema della guerra, come pure Lando Calrissian, seppur in un filone tematico separato.

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La testualizzazione di una narrazione può anche essere una singola immagine, ma non per questo ne deve risultare sminuita

Va detto che non siamo ancora alla fase della testualizzazione, ovvero alla traduzione di questi schemi in un testo, sia esso una sceneggiatura di un film, un romanzo o una serie di immagini per un fotoromanzo o un fumetto, anzi questa fase è di per sè comune a ciascuna di questi linguaggi e indipendente da essi.

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