Spesso a un fotografo si chiede di realizzare una bella foto, ma cosa fa di uno scatto una bella foto? Una foto ricca di particolari e di colori non necessariamente sarà bella, mentre una foto con una grafica più spartana può essere stupenda. Senza dimenticare l’effetto della fotografia concettuale, spesso esteticamente tutt’altro che bella, eppure di forte impatto emotivo.

Solitamente in fotografia si cerca di rappresentare ciò che si vede da un punto di vista personale e originale, attraverso una buona composizione, cercando un punto di ripresa particolare, esaltando i colori o la luce, soprattutto nel bianco e nero. Questo approccio è tipico dello stile High Graphic, in cui il fotografo tende a esaltare le linee, le forme, la tensione dinamica dello scatto.

L’obiettivo è quello di catturare lo sguardo, far sì che l’occhio segua un percorso all’interno dell’immagine, se è possibile più d’uno o lo stesso più volte. L’aspetto grafico viene prima di tutto e quindi i colori saranno ben saturi e le inclinazioni estreme, così come estreme potranno essere le lunghezze focali, suprattutto se grandangolari.

Anche i formati delle foto saranno più estremi, prediligendo quelli allungati o panoramici, che meglio si prestano a una lettura dinamica dell’immagine, soprattutto se i soggetti sono disposti ai bordi, in posizione, neanche a dirlo, estrema.

Dall’altra parte dello spettro si colloca la fotografia Low Graphic, nata negli anni Settanta del secolo scorso. Essa parte dal semplice principio di rifiutare tutte le regole compositive, per cercare di rappresentare ciò che ci si mostra in una forma del tutto impersonale e quanto più possibile oggettiva.

Per questo il fotografo low graphic prediligerà formati molto più “quadrati“, se non proprio 1:1, quantomeno 4:3 o 5:4, con inquadrature strette sul soggetto, lunghezze focali normali e punti di ripresa neutri. Tutto ciò per eliminare qualsiasi tensione dinamica e concentrarsi solo sull’equilibrio statico.

L’immagine finale deve essere completamente passiva, priva di sorpresa, perciò nessuno spazio è concesso a movimento e colori sgargianti, anzi, non di rado i colori sono desaturati, anche se non fino alla monocromia, che comunque è ampiamente utilizzata.

Una delle poche tecniche compositive utilizzate, sarà la ripetizione, a patto che esse occupino l’intera inquadratura e formino una trama piatta e priva di qualsiasi spunto emotivo.

Ovviamente, tra questi due estremi si collocano diverse sfumature di grigio cui è possibile ricorrere, quando scegliamo l’effetto che vogliamo ottenere con le nostre fotografie. Uno di essi è chiamato Minimalismo, che a prima visto potrebbe sembrare uno stile Low Graphic, ma in realtà non lo è.

Se non nato, quantomeno fortemente influenzato dai principi giapponesi del wabi-sabi, dello shibui e dello zen, il minimalismo si rifà alla sobrietà e alla semplicità, ma senza rinunciare alla ricercatezza.

Il campo di applicazione in cui il minimalismo ha riscosso maggior successo è il design, in cui si traduce nella rimozione degli ornamenti, se non del tutto assenti, quantomeno semplici e privi di fronzoli, e in una forte propensione alla funzionalità e alla geometria. Soprattutto la geometria astratta riveste grande importanza e sostituisce tutto ciò che può essere considerato pittorico.

In fotografia, oltre a catturare soggetti minimalisti, si può optare per una composizione minimalista per la ripresa di un soggetto che non lo è, collocandolo in un ampio spazio vuoto, per esempio, oppure facendolo emergere dalla nebbia. Giocare con la gemoetria di un edificio, su un dettaglio stretto e, perché no, puntare sull’astrazione.

Altro esempio che si colloca a metà strada tra uno stile High Graphic e uno Low Graphic (anche se per molti versi coincide con quest’ultimo) è la fotografia concettuale. Tale stile fotografico prevede di concedere nelle immagini la massima importanza al concetto, al significato, anche sacrificandone la bellezza estetica.

Tipicamente concettuali sono, per esempio, molte foto di reportage, basti pensare alle immagini delle vittime di guerra, solo per fare un esempio, o a un servizio sul maltrattamento degli animali.
