Attendere il momento è tutt’altro che un’attività oziosa. Possiamo, anzi dobbiamo svolgere diverse attività preliminari allo scatto, nell’attesa che il momento si presenti. Dunque, nel caso in cui abbiamo una ragionevole possibilità di trovare ciò che vogliamo, non dobbiamo perdere tempo: il momento che stiamo attendendo, potrebbe essere dietro l’angolo.

Quindi troviamo il punto di ripresa adatto, inquadriamo la scena e badiamo bene alla composizione. Dove vogliamo che il nostro elemento si inserisca sulla scena? Quello sarà il punto intorno al quale ruoterà tutta la nostra inquadratura. Speriamo che il nuovo soggetto sia in qualche modo fuori contesto e che, dunque, crei un effetto straniante? Valutiamo l’idea di stringere l’inquadratura, togliendo contesto e, dunque, aumentando l’ambiguità.

E, se non dobbiamo trascurare la composizione, allo stesso modo sarà opportuno prestare la massima attenzione al fuoco, soprattutto con soggetti che si avvicinano. Possiamo mettere a fuoco preventivamente il centro del nostro interesse e attendere il soggetto, insomma, predisporre una foto-trappola. Stesso discorso vale con i soggetti che si allontanano, che, però, sono solitamente meno fotogenici: possono dare idea di occasioni sfumate, soggetti che abbiamo fotografato troppo tardi, però ci danno il vantaggio di poterli seguire più a lungo, quanto meno con l’inquadratura, senza che ci notino.

Con soggetti che si muovono perpendicolarmente all’inquadratura, dobbiamo anche badare molto accuratamente alla distanza da cui riprenderli. Se sono troppo vicini, potrebbero riempire troppo l’inquadratura e togliere spazio alla scena che ci ha dato lo spunto per il nostro lavoro. D’altro canto, se sono troppo lontani, potrebbero non notarsi nemmeno e, quindi, tanto varrebbe non aspettare di averli sulla scena. Potrebbe aiutarci l’utilizzo di un teleobiettivo da grande distanza che, schiacciando i piani ripresi, rende meno drastiche le variazioni di inquadratura.

Diventa decisamente tutto più facile se i soggetti si muovono parallelamente alla scena. In questo caso il piano di fuoco è costante per tutto il tempo e la grandezza del soggetto, in rapporto all’inquadratura, è costante anch’esso. In simili contesti, possiamo anche sfruttare facilmente tempi di ripresa più lunghi per un effetto mosso più gradevole o, perché no?, possiamo anche tentare un panning.

Questo è tipicamente ciò che si fa con la street photography. Si individua una buona scena, ci si apposta e si aspetta che passi qualcuno, sperando che sia il soggetto giusto. L’attesa può durare pochi minuti o diverse ore. Tutto dipende da quando l’elemento voluto ci capita davanti all’obiettivo. Se il nostro fine è conferire solo un po’ di dinamismo alla scena e, quindi, ci va bene qualsiasi soggetto accettabilr, avremo più facilmente fortuna, ma ciò non vuol dire che possiamo accontentarci del primo passante. Questi potrebbe assumere una posa sgraziata, compiere un gesto che non si confà alla scena o avere un’espressione sgradevole. A ogni modo, forse vale comunque la pena attendere un altro po’ e scattare qualche altra fotografia, tanto per essere sicuri di non perdere qualche altra buona occasione.

Potremmo essere fortunati e avere una gran quantità di soggetti tra cui scegliere, ma ciò in effetti potrebbe anche non essere una fortuna. Troppe persone sulla scena possono creare confusione e renderla troppo caotica. Può capitare che qualcuno passi davanti all’obiettivo proprio mentre il momento che tanto aspettavamo si sta concretizzando. Oppure un altro movimento potrebbe sovrapporsi a quello che stavamo aspettando, magari creando una fastidiosa tangenza tra elementi sulla scena. In generale il caos riduce la prevedibilità, quindi ci lascia meno tempo per stabilire se il momento giusto sta arrivando.

Un pensiero riguardo “Attendere il momento – Parte 2”