Legal drone – Parte III

Negli articoli precedenti, abbiamo visto come garantirci la copertura assicurativa per la responsabilità civile e la registrazione all’ENAC dei nostri droni, in modo da ottemperare agli obblighi legali previsti per un utilizzo amatoriale di un UAS di peso inferiore ai 250 grammi. Ora vediamo cosa si può e cosa non si può fare una volta che il nostro drone ha tutte le carte in regola per volare.

Per cominciare, per quanto siamo coperti dall’assicurazione, dobbiamo fare il possibile per garantire l’incolumità nostra e altrui, quindi studiamo bene il manuale della nostra attrezzatura, con particolare attenzione ai meccanismi di sicurezza. Molti droni hanno dei comandi di emergenza che permettono l’atterraggio o il ritorno automatico, per esempio.

Poi, occorre ben sapere dove possiamo far volare il nostro UAS e in tal senso, le limitazioni sono molte e di varia natura. L’idea di base è sempre quella di garantire l’innocuità del nostro operato, quindi, onde evitare danni alle persone, è espressamente vietato volare sopra degli assembramenti, dove il rischio di danno, in caso di incidente, è maggiore. Più in generale, manteniamo sempre una ragionevole distanza di sicurezza dalle persone, dagli animali e dagli altri velivoli, con e senza equipaggio.

Esistono droni con meccanismi di sicurezza che evitano l’impatto con altri ostacoli, in ogni caso non facciamo troppo affidamento sui dispositivi di sicurezza e operiamo come se non ci fossero, anche perché in caso di malfunzionamento, saremmo comunque responsabili, quindi teniamoci alla larga da qualsiasi tipo di ostacolo ed evitiamo di volare vicino ad aeroporti, piattaforme per elicotteri, zone con espressa interdizione (verificabili sul portale D-Flight) e zone in cui sono in corso interventi di emergenza.

In caso di incidente grave, che causi la morte o il ferimento grave di persone o con il coinvolgimento di aeromobili con equipaggio, dobbiamo informare immediatamente l’ENAC. Anche per minimizzare la possibilità di incidenti, è dunque importante tenere sempre sotto controllo il drone, quindi non volare con condizioni meteo avverse (per esempio, con forte vento) e mai oltre la quota dei 120 metri dal suolo.

Sempre per garantire la massima sicurezza, occorre non far allontanare mai il drone a una distanza superiore da quella raccomandata dal costruttore dal dispositivo di controllo e, in generale è obbligatorio tenerlo sempre a vista. Anche se abbiamo la possibilità di tenere d’occhio ciò che è inquadrato dalla sua videocamera, non possiamo, per esempio, farlo virare dietro un albero o un edificio, perdendolo di vista anche solo per poco.

Esistono droni adatti al trasporto di carichi e materiali: questi e soltanto questi possono essere utilizzati esclusivamente nel rispetto dei limiti di specifica del mezzo (carichi al di sotto di una certa soglia e ingombri inferiori a determinate dimensioni) e in nessun caso possono essere utilizzati per trasportare materiali pericolosi e per lanciare qualsiasi cosa dall’alto.

Anche perché, per trasportare materiali con un drone non adatto allo scopo, quasi certamente dovremo modificarlo e anche questo è espressamente vietato dalla legge. Le uniche modifiche consentite riguardano il software e, per la precisione, il firmware, che può essere aggiornato, sempre e solo quando l’azienda produttrice rilascia nuove versioni ufficiali.

Oltre ai rischi per la sicurezza, c’è un’ultima vecchia amica che non dobbiamo trascurare, la privacy (l’abbiamo incontrata già in diverse occasioni: uno, due e tre). La fotocamera e la videocamera del nostro UAS è equivalente a qualsiasi altro dispositivo di acquisizione audio/video, quindi deve rispettare le norme del GDPR: in sostanza, non possiamo riprendere foto o registrare audio e video di persone riconoscibili, senza il loro consenso esplicito e informato.

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