Nell’articolo precedente abbiamo cominciato ad avventurarci nell’intricato mondo legale legato ai droni e abbiamo affrontato l’argomento della responsabilità civile. In realtà, anche solo per un uso amatoriale, c’è molto di più da fare: la registrazione all’ENAC, l’Ente Nazionale Aviazione Civile, sull’apposito portale D-Flight. Vediamo come fare passo passo.

Intanto, ricordiamo che la registrazione dei droni con peso inferiore ai 250 grammi la registrazione non è obbligatoria, se il drone non è particolarmente veloce e non è dotato di fotocamera o videocamera. È anche importante sapere che ci sono servizi online che si offrono di sbrigare tutta la pratica al posto nostro, ovviamente dietro compenso. Non posso dire quanto costi e se siano affidabili, perché ho preferito fare da me, però è utile sapere che c’è questa possibilità: soprattutto se vogliamo optare per un uso professionale, meglio garantirci un lavoro a regola d’arte.

Per chi vuole fare da sé, il primo passo è l’iscrizione sul portale D-Flight, una procedura abbastanza semplice, che prevede solo l’inserimento di alcuni dati in nostro possesso. Una volta aperta la pagina principale del sito, occorre cliccare sul link in alto a destra, per accedere alla web app. Una finestra al centro del browser indicherà i vari passi da seguire e il primo è, per l’appunto, l’iscrizione.

Poi le cose cominciano a farsi più interessanti: dobbiamo associare al nostro account l’UAS (o più d’uno, all’occorrenza). La parte più difficile è reperire tutti i codici seriali richiesti per il drone: il numero seriale, l’identificativo del drone stesso e l’identificativo del telecomando. Varie etichette sparse sui diversi componenti risponderanno alle nostre esigenze.

Per completare l’attivazione del drone e ottenere il relativo QR code, è necessario registrare il nostro utente come operatore, terzo passo previsto dalla web app D-Flight e per questo abbiamo bisogno di un mezzo di autenticazione abbastanza robusto, come lo SPID o la CIE (Carta d’Identità Elettronica). Il procedimento, comunque, di per sé non è complicato.

Nel momento in cui siamo operatori, possiamo accedere alla scheda del drone che abbiamo associato al nostro account e impostarci come operatori, passo necessario per ottenere il tanto agognato QR code del drone. Nel frattempo, abbiamo già ottenuto, il QR code come operatore: mettiamolo da parte.

Per fare ciò, dobbiamo acquistare dei crediti. Stiamo sempre registrando un drone per scopi amatoriali, quindi ci servono crediti per un valore di 6 € per ciascun UAS per cui ci vogliamo registrare. Questa operazione deve essere fatta una tantum e i crediti si possono acquistare direttamente sul portale D-Flight, con carta di credito, PayPal, ecc.

Una volta fatto (il sistema ci avvisa che è tutto a posto, ma che si riservano di fare verifiche nei giorni successivi alla richiesta), possiamo attivare il QR code del drone, che possiamo scaricare e stampare. E qui, devo dire che ho avuto una difficoltà. Non mi è ben chiaro se sul drone occorre applicare solo il QR code operatore (perché per uso amatoriale), solo quello del drone o entrambi.

Anche le informazioni trovate su altri siti specializzati non mi hanno chiarito il dubbio, così, alla fine, li ho applicati entrambi. Se abbiamo a disposizione una stampantina per etichette adesive plastificate, siamo a cavallo, altrimenti possiamo ricorrere a mezzi più artigianali, ma sarebbe comunque meglio ricoprire i codici in qualche modo, per proteggerli dalle intemperie. Al termine dell’operazione, consiglio di provare a leggere i QR code con il proprio smartphone, per verificare che siano leggibili.

Ora non resta da vedere altro che la condotta che un operatore deve seguire, in base agli obblighi previsti per far volare il nostro drone. Lo faremo nel prossimo e ultimo articolo sull’argomento.

Un pensiero riguardo “LEGAL DRONE – PARTE II”