Riprendiamo l’analisi del nostro caso di studio per la fotografia sportiva con il racconto delle ultime due giornate della manifestazione.
Giorno 2: gare, gare, gare
Quando iniziano le gare, si apre un interrogativo cui ognuno dà la risposta che meglio crede. In teoria, per fare un buon servizio fotografico, bastano poche decine di foto, ben fatte e rappresentative di tutte le competizioni.
Io non riesco a essere così distaccato, soprattutto con i giovani atleti, e penso che ognuno di loro (come i maestri, i giudici, il pubblico, gli organizzatori e chiunque altro sia coinvolto, a parte me) abbia diritto a qualche bella foto, quindi finisco col portarmi a casa centinaia di scatti da post-produrre. Sta al fotografo, a meno di precise indicazioni del committente, fare la sua scelta.
Una cosa che cerco di non far mai mancare, quando fotografo un evento sportivo, è il riferimento all’ente organizzatrice e agli sponsor, altro aspetto da non sottovalutare.
Dopo alcune foto della location e dell’organizzazione, il work-in-progress, mi sono dedicato per tutto il giorno alle gare, cominciando dalla corsa, con le prove di scatto sui 25 m per le varie categorie. Questa è forse la parte più semplice. Si sceglie un punto, personalmente preferisco il traguardo, dove si può cogliere un’espressione o un movimento particolare, e si scatta il passaggio dei giovani atleti.
La cosa difficile può essere la messa a fuoco: se avete sufficiente luce, potete chiudere il diaframma e aumentare la profondità di campo, cosa che, con una messa a fuoco a inseguimento, può garantirvi una buona riuscita, ma, a mio avviso, il modo più semplice è organizzare una “foto-trappola”: nella fattispecie, ho messo a fuoco la linea di arrivo e ho aspettato che i piccoli corridori la calpestassero per scattare. Massimo risultato, col minimo sforzo.
A tal proposito, cercate di dosare le energie: tre giorni consecutivi di foto possono essere molto faticosi, per cui, se conoscete qualche trucco che vi consenta di ottenere un buon risultato, risparmiando un po’ di fatica, usatelo!
Dopo la corsa è stato il tempo dei circuiti, il percorso ad “H” per i Cuccioli e quello ottagonale per per Cangurini e Canguri. Il nome del percorso, ovviamente, deriva dalla sua forma, ma, seppur diversi, entrambi prevedono una serie di scatti di corsa in avanti, indietro e di lato. Il criterio di valutazione principale è il tempo totale del circuito, ma contano anche eventuali penalità, come incrociare le gambe durante la corsa laterale o abbattere (o scavalcare) un birillo.

Questa prova offre la possibilità di cogliere qualche momento più festoso, perché spesso gli atleti tagliano il traguardo correndo all’indietro, con i maestri che li afferrano per non farli cadere, abbracciandoli e “coccolandoli” un po’.
La terza prova della giornata è la cosiddetta “funicella”, ovvero la corda. Posso garantirvi che queste piccole “belve” sanno fare cose meravigliose con la corda e non mancherà l’occasione di riprendere qualche buffa espressione sui loro visi concentratissimi.

In questo caso, conta il numero di salti nel tempo a disposizione, con maggior punteggio per i salti doppi e per gli incroci.
La mattinata è terminata con le prove al sacco per i Cuccioli: due riprese da trenta secondi, intervallate da un minuto di pausa, in cui i giudici valutano la tecnica dei più piccoli tra gli atleti in gara. Può succedere di tutto, in questo frangente: più sono piccoli e meno sono prevedibili, quindi siate sempre pronti!

Nel pomeriggio si sono svolte le prove sul ring per Cangurini e Canguri. Sul ring si sale a coppie della stessa squadra/regione. Ogni compagine infatti è composta da un Cucciolo, due Cangurini, due Canguri e due Allievi. Dato che l’obiettivo è mostrare una tecnica corretta, sul ring salgono atleti della stessa squadra, e il loro punteggio è comune.

Le prove consistono in due riprese da un minuto con tecnica libera e obbligo di cambiare guardia tra prima e seconda ripresa. La votazione dei giudici è il criterio per l’assegnazione del punteggio: cinque giudici danno il loro voto, si scartano il più alto, il più basso e si fa la media degli altri tre.

Finita la giornata, sono corso in stanza (per praticità dormivo anche io in albergo, ospite della manifestazione) a post-produrre gli scatti, interrompendo solo per una breve cena. In questo modo, ho potuto pubblicare le foto giorno per giorno, anzi, dovrei dire notte per notte, dato che non riuscivo mai a finire prime delle 02:00.

Giorno 3: Ancora gare e premiazioni
L’ultima giornata di competizioni prevedeva solo le gare sul ring degli Allievi. Queste sono un po’ più articolate degli altri. Il contatto è sempre vietato. Questa volta, le riprese sono tre, ognuna con un “tema”, cioè con una particolare tecnica da privilegiare (le uscite, i colpi dritti, combattimento con il solo braccio più avanzato, ecc.). Il primo tema lo sceglie la squadra, il secondo è estratto e il terzo è estratto uguale per tutti tra quelli che nessuno ha scelto.

Il problema principale in questo genere di competizioni spesso è dato dal pubblico, composto perlopiù da genitori. Purtroppo ce ne sono sempre alcuni, per fortuna pochi, che non hanno la benché minima cultura sportiva o idea di cosa sia la civiltà e, oltre a fumare (sic), insultano avversari e giudici.

Sappiate che anche voi fotografi non sarete risparmiati da questi poco simpatici trogloditi, che si lamenteranno perché vi siete messi davanti a loro… però poi vogliono le foto! Armatevi di santa pazienza o, se avete la fortuna di essere grandi, grossi e addestrati… diciamo che a un paio mi sono sentito libero di rispondere per le rime.

Terminate le gare, è arrivato il momento delle premiazioni, i primi tre classificati per ogni categoria, più la premiazione per le squadre/regioni con i punteggi migliori in assoluto. Anche qui ci sarà il problema di contenere la folla di genitori e maestri che vogliono fotografare i loro allievi: siate decisi o rischiate di non scattare neanche una foto! C’è stato spazio anche per i complimenti alla società organizzatrice da parte degli esponenti della F.P.I., cosa che, nel mio piccolo, mi ha riempito di orgoglio.
Terminate le premiazioni, sono scappato a casa a sistemare le foto per pubblicarle subito. Credo sia stato il fine settimana più faticoso della mia vita, ma anche il più soddisfacente: non male per un fotografo della domenica, direi.
In fin dei conti, la cosa importante in manifestazioni del genere è divertirsi e far sì che per i bambini diventi una festa in cui possono imparare i valori dello sport e portare a casa i loro piccoli trofei.
